venerdì 16 gennaio 2015

CROLLO PALCO PAUSINI: HA INIZIO IL PROCESSO




Tutti ricorderemo la morte di Matteo Armellini, il tecnico romano di 31 anni che lavorava al palezzetto dello sport di Reggio Calabria durante l’allestimento delle luci in occasione del concerto di Laura Pausini. In questi giorni apprendiamo dalle pagine del quotidiano reggino "Il Dispaccio" che il Gup di Reggio Calabria, Massimo Minniti, ha rinviato a giudizio tutte le persone coinvolte nell'indagine per far luce sulla morte del giovane. Ricordiamo brevemente i fatti:
Ermellini si è visto crollare il palco sotto i piedi. Il tecnico romano è rimasto schiacciato sotto i tralicci delle americane e secondo i primi rilievi della polizia scientifica e dei vigili del fuoco sembra sia morto all’istante.L'incidente ha provocato anche due feriti, entrambi ricoverati agli ospedali Riuniti di Reggio Calabria. La sciagura si è verificata il 5 marzo 2012 intorno alle 2 di notte.
Il palco che si stava allestendo al Palacalfiore è uno dei tre a disposizione di Laura Pausini. In particolare si tratta di quello di media grandezza che viene trasportato su una quindicina di Tir.
Il crollo è stato causato dal cedimento della pavimentazione del palazzetto che non ha retto il peso del palcoscenico e delle attrezzature montate sopra.
Il rigger Luca B. a poche ore dall'incidente rilascia la seguente testimonianza: "Siamo venuti giù di botto, io sono finito per terra in un secondo, e non ho ancora capito perché. Ero sul tetto del palco e stavo proprio lodando le condizioni di sicurezza quando tutto è venuto giù: sono stato il primo a soccorrere quel ragazzo, gli ho sentito il polso ma non c'è stato niente da fare. I soccorsi sono stati immediati ma anche loro hanno capito che eravamo di fronte a una tragedia. Il tetto del palco era a circa 15 metri di altezza e a venir giù, senza farci niente, siamo stati in quattro. Ci siamo ritrovati per terra senza aver percepito niente di anomalo prima. Per me può anche essere stato un terremoto... Sono il primo a voler capire cosa sia successo: ho una certa esperienza e devo dire che tutto mi sembrava a regola d'arte. La mia sensazione è che tutto fosse montato perfettamente e in sicurezza. Penso che noi quattro non ci siamo fatti niente proprio perché lassù era tutto corretto. Quindi vorrei proprio che mi dicano cosa è successo. Lo dico perché questi palchi si montano con un progetto preciso e se non mi sentissi sicuro a quelle altezze neanche ci salirei. Stavamo montando otto motori, quelli dove si appendono amplificatori e luci".

Dopo quasi tre anni di distanza da questo triste episodio arriva il primo via libera all'impianto accusatorio portato avanti dal sostituto procuratore di Reggio Calabria, Rosario Ferracane che, con il coordinamento dell'aggiunto Ottavio Sferlazza, aveva chiesto il rinvio a giudizio per le persone che avrebbero omesso di adottare tutti i controlli e le cautele doverose che avrebbero potuto impedire il collasso della struttura metallica di quasi 22mila chilogrammi e composta da sei pilastri reticolari. Il giovane Armellini morirà in seguito al cedimento di una parte della struttura del palco.
Sette i soggetti imputati: Sandro Scalise, Franco Faggiotto, Pasquale Aumenta, Ferdinando Salzano, Maurizio Senese, Gianfranco Perri (non indagato per omicidio colposo) e Marcello Cammera.
Adesso, però, arrivano le prime risposte, con un processo dibattimentale che avrà inizio il 26 febbraio. Salzano, in particolare, quale rappresentante della F & P Group, committente esclusiva dei lavori di allestimento del palco alla Italstage, non avrebbe proceduto alla nomina di un direttore dei lavori "che avrebbe – scrive il pm Ferracane nell'avviso di conclusione delle indagini – da un lato rilevato i gravi errori e le evidenti omissioni presenti nell'elaborato redatto dall'ingegnere Franco Faggiotto, dall'altro lato vigilato sulla corretta esecuzione dell'opera". Faggiotto, anch'egli tra gli indagati, avrebbe redatto una progettazione errata e carente, priva di alcuna verifica: "Non teneva in considerazione la possibile presenza di forze orizzontali accidentali, l'eccessiva deformabilità della struttura metallica, non prevedeva che i piedi della struttura fossero zavorrati con blocchi di calcestruzzo, non teneva in considerazione la forte deformabilità elastica del piano di posa". In particolare, la Procura contesta l'omessa verifica della consistenza del piano di posa su cui doveva insistere l'enorme struttura necessaria per il concerto. Inoltre si sarebbe delegato tutto a un eventuale direttore dei lavori che, però, non verrà mai nominato. Ancor più dure sono le parole che il pm Ferracane riserva alla Italstage, società costruttrice, parlando di una colpa "consistita in negligenza, imprudenza, ed imperizia, nonché sulla violazione delle norme sulla prevenzione degli infortuni". Proprio la Italstage, assistita dall'avvocato Marco Panella, ha chiesto e ottenuto il patteggiamento con il pagamento di 70mila euro.
Ma il nome più noto, almeno per i reggini, è quello dell'architetto Marcello Cammera, dirigente del Comune di Reggio Calabria con riferimento al Settore Progettazione ed Esecuzione dei Lavori Pubblici. Anch'egli ha ricevuto l'avviso di conclusione indagini e anche per lui il pm Ferracane ha chiesto il giudizio perché avrebbe omesso di "adottare un provvedimento di inibizione all'inizio dei lavori di costruzione della struttura metallica all'interno del palazzetto, dopo la consegna dell'impianto, di immediata sospensione dei medesimi lavori, non segnalando inoltre il pericolo grave e imminente di un crollo (poi avvenuto) della costruenda struttura metallica ai soggetti a vario titolo nell'organizzazione e realizzazione dell'evento musicale e/o alle autorità amministrative competenti". E questo, sempre secondo le indagini, pur non avendo la disponibilità degli elaborati tecnico-progettuali relativi all'impianto sportivo, in assenza di un nulla osta della Commissione Provinciale di Vigilanza sui locali di pubblico spettacolo e intrattenimento e avendo ricevuto il progetto pieno zeppo di irregolarità.
Un concerto, quello di Laura Pausini, organizzato dalla Esse Emme Musica, di Maurizio Senese, tra gli imputati nel procedimento. La sua società, infatti, era la committente dell'intero evento, proprio insieme alla F& P Group. Tra gli indagati anche Sandro Scalise, coordinatore della sicurezza per l'esecuzione dei lavori di costruzione della struttura e nominato dalla Esse Musica di Senese. Agli atti del pm Ferracane anche le annotazioni sulla F & P Group Srl (di Ferdinando Salzano) e la Italstage Company, di Pasquale Aumenta (che, come detto, ha patteggiato): dalle omissioni raccolte dalla Procura avrebbero tratto profitto, violando peraltro le norme antinfortunistiche che avrebbero potuto salvare la vita al giovane Armellini. Qualora dovesse essere accertata la responsabilità colposa, dovrebbero risarcire il danno sotto il profilo economico.

Da questa vicenda, che cercheremo di seguire dalle pagine di questo Blog, si farà ulteriormente luce sulle figure di committente, responsabile dei lavori e coordinatore della sicurezza (tutti citati in giudizio). Ricordiamo che con l'emanazione del Decreto Palchi lo spettacolo rientra sotto il Titolo IV del Testo Unico sulla salute e sicurezza sul lavoro e i criteri di valutazione dei rischi seguiranno le procedure previste per i cantieri temporanei o mobili presenti in edilizia.

Giuseppe Patti

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