giovedì 27 febbraio 2020

Di cosa si ammalano i cantanti: Lo strano caso di Ludwig Schnorr von Carolsfeld

Di cosa si ammalano i cantanti: Lo strano caso di Ludwig Schnorr von Carolsfeld
Di Giuseppe Patti

Risultato immagini per tristano e isotta


Al teatro comunale di Bologna si è recentemente concluso il Tristano e Isotta. Oltre alla maestosità dell’allestimento (come può non esserlo quando si rappresenta Wagner) il teatro ha portato sul palcoscenico cantanti di prim’ordine tra cui Stefan Vinke e Bryan Register. Durante la fase preliminare di ricerca, che antepongo alla valutazione dei rischi dello spettacolo, mi sono imbattuto nel tema della difficile ricerca di artisti idonei a cantare Wagner. Approfondendo mi è saltata agli occhi una storia davvero incredibile sulla carriera di un giovane e promettente tenore tedesco dell’ottocento.

Wagner era assillato dalla difficile ricerca di cantanti. Pensate che Tristan und Isolde che doveva essere eseguito a Vienna nel 1862 non fu messo in scena (dopo che erano state eseguite 77 prove!) poichè il compositore non si convinse del tenore che doveva impersonare il ruolo di Tristan; secondo Wagner non sembrava all'altezza di reggere quella sfida. Dobbiamo andare avanti di tre anni per assistere alla prima messa in scena che avvenne a Monaco il 6 giugno del 1865. Sotto la diretta supervisione del compositore che il re, Ludwig di Baviera, aveva espressamente voluto li, quel ruolo fu affidato, dallo stesso Wagner, al tenore Ludwig Schnorr von Carolsfeld. Il tenore, chiaramente a conoscenza della debacle viennese, non poteva deludere le aspettative in lui riposte e, anche se la letteratura non ci fornisce i dettagli, è facile pensare che non si sia risparmiato per impersonare l’eroe medievale voluto da Wagner. Lo stesso compositore lo ricorderà come un «miracolo musico-mimetico», colui  che riuscì a capire ed incarnare alla perfezione il suo Tristan. La cosa che rende incredibile questa storia è che Ludwig Schnorr von Carolsfeld morì dopo sei settimane e tre rappresentazioni. Quella morte improvvisa (Ludwig aveva appena 29 anni) alimentò numerose voci che la attribuivano alle immani fatiche, fisiche ed emotive, di un ruolo che Wagner voleva a tutti i costi perfetto. Non sappiamo se quelle voci fossero veritiere o se, come oggi si sostiene, la sua morte fu causata da una infezione da tifo o meningite; sappiamo di certo che il repertorio wagneriano è appannaggio dei «pesi massimi» in quanto richiede prestanza fisica, vocale e tanta fatica. 


Chi era Ludwig Schnorr von Carolsfeld?
 

 


Ludwig, figlio del celebre pittore Julius Schnorr von Carolsfeld, nacque a Monaco di Baviera il 2 luglio del 1836. Frequentò la Kreuzschule di Dresda, sede del prestigioso Kreuzchor.  La Kreuzschule (scuola della croce o schola crucis) è la più antica scuola di Dresda e una delle più antiche della Germania. Fu fondata come scuola di grammatica per i cantanti della Cappella della Santa Croce ma i suoi maestri erano anche educatori di teologia e scienze. La scuola preparava i ragazzi per gli studi universitari e sicuramente ebbe una forte influenza sulle scelte future del giovane Ludwig che, infatti, proseguì gli studi musicali presso il conservatorio di Lipsia. Ricordiamo che lo stesso Wagner fu allievo della Kreuzschule dai 9 ai 14 anni, iscrivendosi nel 1821.

Nel 1858 Ludwig debuttò all'Hoftheater di Karlsruhe, e nel 1860 cantò sia all' Hoftheater di Dresda che al National theater di Monaco. Il 25 aprile 1860 sposò Malvina Garrigues, la quale decise di mettere in secondo piano la propria carriera di cantante per sostenere quella del marito che in quegli anni godeva di grande considerazione da parte della critica. Era infatti considerato un tenore intelligente, sensibile, affidabile, potente ed energico; doti fondamentali per i repertori prediletti dal tenore: Verdi e Wagner.

Ludwig e la moglie Malvina incontrarono per la prima volta Wagner al castello di Biebrich a Wiesbaden nel 1862. I due cantarono alcuni passaggi del Tristano e Isotta mentre lo stesso Wagner li accompagnava al pianoforte. L’incontro andò bene al punto che Wagner volle affidare i ruoli dei protagonisti di Tristano e Isotta ai due sposi. La prima avvenne il 6 giugno del 1865 e l’epilogo della storia lo conosciamo già; Ludwig Schnorr von Carolsfeld morì a Dresda il 21 luglio del 1865 e fu sepolto accanto al padre nel cimitero di Dresda. Con la tragica morte di Ludwig, anche Malvina, distrutta dal dolore, decise di terminare la carriera.

Ma di cosa è realmente morto il giovane Ludwig Schnorr von Carolsfeld ? In cerca di risposte ho iniziato a studiare i problemi di salute che affliggono i cantanti e sono arrivato alla conclusione che di certo non possono essere stati i noduli alle corde vocali ad uccidere il tenore; ma possiamo affermare la stessa cosa per un polipo emorragico non curato? Gli addetti ai lavori sanno bene che delle volte lo spettacolo si pone al di sopra di tutto. Tempi strettissimi, intensità delle prove e aspettative mettono spesso in secondo piano le più elementari misure di prevenzione e cura della salute. Premetto che non ho trovato risposta alla reale causa di morte di Ludwig ma la sua storia pone le basi per una indagine sui problemi di salute dei cantanti. A maggior ragione, l’allarme lanciato da alcuni critici musicali sul fenomeno delle troppe morti improvvise deve essere  approfondito. Secondo i critici infatti, negli ultimi anni, la morte precoce di vari cantanti sarebbe dovuta proprio all’abuso di cortisone e di altre sostanze “dopanti”. Queste sostanze pur avendo nell’immediato effetti benefici sulle infiammazioni della laringe, portano nel lungo periodo ad un innaturale aumento di peso e a delle vere e proprie dipendenze. Tra gli effetti collaterali legati ad un uso cronico del cortisone ricordiamo iperglicemia, osteoporosi, perdita di massa muscolare, aumento dell’appetito, ritenzione idrica, aumento di peso, accumulo di grasso corporeo sull’addome sul collo e sul viso, riduzione della risposta immunitaria verso le infezioni, sbalzi di umore, irregolarità nel ciclo mestruale, problemi alla pelle, insonnia e irsutismo. A creare più problemi sono le compresse, le gocce e gli sciroppi che, oltre ai disturbi già citati, possono favorire patologie agli occhi, ulcere allo stomaco, depressione e pesanti disturbi dell’umore. Chiaramente deve essere chiaro che il cortisone non interviene sulle cause del dolore ma sui sintomi  andando a ridurre il dolore legato allo stato infiammatorio. Il problema nella maggior parte dei casi deriva da noduli o polipi alle corde vocali. Vediamo di cosa si tratta. 

 


I noduli alle corde vocali sono sempre bilaterali in quanto conseguenza di uno sfregamento ripetuto dei bordi delle corde vocali. Sono delle cheratosi, dei calli che impediscono la chiusura delle corde vocali con conseguente voce soffiata e ipofonica (debole di volume). Le terapie riabilitative e logopediche possono migliorare l’uso delle corde vocali fino a far scomparire le callosità. Ci possono essere però casi di noduli più vecchi o casi in cui il cantante non riesca a modificare la sua impostazione vocale, allora può essere necessaria la chirurgia.

Il polipo è una erniazione della mucosa del bordo della corda vocale dovuto ad un trauma violento ed acuto; questo può essere sieroso o emorragico (dovuto alla rottura di un capillare). Il rimedio nel 99% dei casi è chirurgico in quanto l’ernia non rientra. Il trauma può comunque essere facilitato da mucose cordali poco idratate o da un reflusso che, anche in questo caso, porta ad una disidratazione della mucosa con irritazione della parte posteriore della laringe.

Delle volte i due problemi possono presentarsi contemporaneamente come nel caso di questa sfortunata cantante che scrive un post a marzo del 2009:

ho 33 anni soprano in un coro polifonico da 4 anni. Dopo un particolare concerto ho sentito la voce cambiarmi, nella fattispecie non riesco più ad effettuare note alte e spesso anche nel parlare a volte la voce non mi esce. Dopo alcune visite mi è stato riscontato un polipo emorragico sulla corda vocale destra e un nodulo kissing sulla sinistra. Può spiegarmi in che modo si svolge l'operazione in day hospital? Tutti gli amici che conosco e che hanno avuto questo problema lo hanno superato con ricovero di almeno un giorno..
Dopo l'operazione dovrò stare in silenzio assoluto per alcuni giorni ma, si tratterà di impormi di stare zitta o mi mancherà proprio la voce? Passati i primi giorni e superata la visita di controllo anche se già so di dover fare anche un ciclo di logopedia potrò riprendere le mie attività (canto escluso) di lavoro e vita quotidiana?

Risponde il Dr. Raffaello Brunori:

”L'intervento chirurgico cui dovrà sottoporsi prende il nome di microlaringoscopia. Con questo intervento possono essere asportate le neoformazioni laringea apprezzate dallo Specialista con la fibroscopia laringea. Tale intervento viene condotto in anestesia generale e puo' essere fatto anche in regime di Day-Hospital, ovvero con un ricovero di una giornata. Dopo l'intervento puo' parlare normalmente, senza urlare o parlare sottovoce”.

Riprendo la ricerca partendo dall’inizio e cioè il motivo per cui i cantanti si ammalano e ipotizzo che l’assenza dell’alternanza, una tecnica scorretta e il forzare la voce (in gergo spingere) sono tra gli elementi che possono causare i noti problemi. Uno sforzo eccessivo della voce può infatti produrre progressivamente un trauma, con conseguente infiammazione. Allora stando a quanto detto come possiamo fare prevenzione? Partiamo dall’alternanza e diciamo subito che lo spettacolo Tristano e Isotta di Bologna prevedeva il doppio cast e quindi, lasciava le necessarie pause ai cantanti. Ma, come ben sappiamo, non è sempre così. Certo molto dipende dal repertorio e di certo Wagner “impone” il doppio cast (se anche Ludwig Schnorr von Carolsfeld avesse avuto l’alternanza forse la storia sarebbe stata diversa). Inoltre i cantanti del passato godevano di maggior rispetto per le loro caratteristiche vocali e non spaziavano su troppi repertori; oggi i cantanti lirici sono costretti non solo a spaziare in repertori non propriamente adatti alla loro fisiologia ma devono anche terminare lo spettacolo pur non essendo al top della forma. Per quanto riguarda la tecnica diciamo subito che fino ai primi anni ’40 per poter insegnare canto, anche privatamente, occorreva una precisa abilitazione da parte dello Stato e questo perché un cattivo insegnante può addirittura rovinare la carriera di un cantante. Molti cantanti ricorrono anche al foniatra per interventi mirati e specialistici. Secondo il Prof. Franco Fussi, foniatra di fama internazionale e consulente del teatro comunale di Bologna, “avere una buona consapevolezza del proprio organo vocale permette di essere un artista più completo, più consapevole e magari più longevo”.

Concludo questa ricerca con la speranza che la storia di Ludwig Schnorr von Carolsfeld venga ricordata magari attraverso un film; forse Scott Hicks, dopo aver raccontato la storia di David Helfgott, è interessato a raccontare anche questa!