lunedì 19 aprile 2010

Quanto costa un infortunio


Quando parliamo di infortuni o malattie professionali dobbiamo sempre essere coscienti che spesso parliamo di vere e proprie tragedie che ricadono non solo sui lavoratori ma anche sulle loro famiglie. Spesso gli stessi infortuni o malattie hanno ripercussioni sull’intera collettività che deve farsi carico delle cure e dell’ assistenza ai lavoratori e alle famiglie. I teatri o le aziende in generale, soprattutto per gli infortuni di minore entità, subiscono danni economici (e non solo) ingenti.
La dimensione dei costi indiretti è infatti in relazione inversa alla gravità dell’infortunio. Meno grave è l’infortunio, maggiore sarà il rapporto dei costi indiretti su quelli diretti (4 o 5 volte maggiore).
Vediamo brevemente cosa si intende per costi diretti e indiretti:
I costi diretti sono associati in modo univoco all'oggetto di costo considerato quale l'incidente, l'infortunio o la malattia professionale:
- Costi medici per l'infortunato (spese ospedaliere, consulti medici, riabilitazione, medicinali);
- Integrazione dei salari per la quota non coperta da assicurazioni;
- Danni subiti dai mezzi di produzione (macchinari, attrezzature, edifici, veicoli);
- Valore della produzione per le interruzioni causate da incidenti;
- Eventuale perdita di produttività del lavoratore infortunato dopo il suo ritorno al lavoro.
I costi indiretti non vengono invece definiti secondo un rapporto di univocità ed è necessario ricorrere ad un metodo di allocazione.
Costi indiretti possono essere:
- Costi per scioperi o riduzione della produttività della forza lavoro dovuta all'elevata frequenza degli infortuni;
- Costi degli straordinari necessari a recuperare il tempo perso a seguito dell'incidente e dell'assenza dei lavoratori infortunati;
- Costo delle attività di indagine, compilazione di verbali e rapporti con le autorità di controllo;
- Costi di retraining, e di recruiting nel caso in cui ai lavoratori infortunati venga modificata la mansione, a causa dell' elevato turnover del personale che sempre si verifica in ambienti di lavoro poco sicuri.

Investire in prevenzione è sicuramente la strada che porta benefici a tutti.

Qualche esempio può far mettere subito a fuoco l’argomento trattato:
in Svizzera è stato condotto un programma di prevenzione che interessava i lavoratori che operano su scale. Il programma prevedeva un pacchetto di formazione che è costato 2,2 milioni USD. Dopo il primo anno si è avuta una riduzione di infortuni di 500 unità. Considerando che un incidente per caduta da scala comporta costi (assicurativi, amministrativi e produzione persa) per 8.600 USD vediamo che la riduzione di 500 infortuni ha portato un risparmio di 4.3 milioni USD. (fonte ILO)
Se ragioniamo in una logica di Paesi vediamo che quelli con sistemi di salute e sicurezza meno sviluppati spendono, a causa degli infortuni e malattie professionali, una percentuale di Pil superiore e sono costretti ad utilizzare risorse potenzialmente destinabili ad attività più produttive.
L’Organizzazione internazionale del lavoro (ILO) stima che le malattie professionali e gli infortuni costano fino al 10% del Pil nei Paesi dell’America latina rispetto al 2,6-3,8% dei Paesi UE.
Da una ricerca fatta dal giornalista Pietro Veronese sul quotidiano La Repubblica del 22/09/2009 vediamo che oltre al bilancio umano, l'alto tasso di mortalità sul lavoro e la frequenza degli infortuni hanno un costo sociale che secondo l'Inail è di 45,5 miliardi di euro per la sola Italia. Il 3.2% del Pil. In questo totale l'Inail fa rientrare i costi assicurativi, gli interventi di prevenzione, le spese direttamente collegate ai danni (ore di lavoro perdute, guasti, sostituzioni, perdita d'immagine delle aziende coinvolte).
Da questo esempio si evince che investire in prevenzione e migliorare la salute e la sicurezza negli ambienti di lavoro conviene a tutti non solo per motivi etici ma anche per motivi economici.
Sono consapevole che parlare di costi, quando si tratta un argomento così delicato, può essere visto da qualcuno come un modo cinico di affrontare l’argomento ma penso che se dimostriamo, ad un datore di lavoro o a un manager, che investendo in sicurezza ne trarrà vantaggio economico, avremo qualche possibilità in più di convincerlo a fare investimenti economici in prevenzione degli infortuni e delle malattie professionali.
E’importante considerare che nel caso di riduzione di infortuni i vantaggi sono immediati mentre nel caso di riduzione delle malattie professionali i vantaggi si vedono sul lungo periodo.

Un modo efficace, per ottenere investimenti in prevenzione, può essere quello di effettuare stime economico-finanziarie, fornendo una visione realistica dei costi complessivi degli infortuni.
Consideriamo, in questo lavoro, soltanto i costi che ricadono sulle aziende e riserviamo per altri studi quelli che ricadono sul lavoratore o sulla società nel suo insieme.

Alcuni esempi di voci che generano costi per una azienda:

Assenteismo o assenza per malattia: somma dei costi delle attività per ovviare agli effetti del tempo lavorativo perso;

Riduzione della flessibilità e capacità di far fronte a situazioni impreviste;

Rotazione del personale: somma dei costi delle attività generate dalla rotazione non voluta, quali costi di sostituzione, formazione supplementare, perdita di produttività, annunci, procedure di assunzione;

Pensionamento anticipato e invalidità: ammende, indennità alla vittima;

Riabilitazione non medica: importo speso dal datore di lavoro per facilitare il ritorno al lavoro (consulenza, formazione, adeguamento del posto di lavoro);

Amministrazione delle assenze: attività manageriali che devono essere svolte dalla società in relazione all’assenza per malattia;

Materiale danneggiato: costi di danni o riparazioni di macchine, locali, materiali o prodotti connessi alle lesioni;

Altri costi non connessi con la salute (indagini, costi di gestione, costi esterni): tempo e denaro spesi per indagini sulle lesioni, valutazione del posto di lavoro;

Responsabilità: lavoratori o compagnie di assicurazione hanno diritto al risarcimento dei danni derivanti da lesioni sul lavoro o da malattie professionali;

Differenziazione dei premi: le compagnie di assicurazione o i fondi pubblici adeguano i premi in caso di aumento del rischio;

Sanzioni legali, multe: l’Ispettorato del lavoro può infliggere sanzioni, esigere miglioramenti ovvero l’arresto temporaneo della produzione;

Retribuzioni supplementari, compenso per compiti pericolosi;

Tempo di produzione perso, servizi non forniti: produzione persa a causa di un evento che ha causato lesioni (ad es. perché è necessario un certo tempo per sostituire una macchina o perché la produzione deve essere interrotta durante l’indagine);

Costi opportunità: ordinazioni perdute o guadagnate, competitività nel mercato;

Assenza di redditività di capitale investito: utile non realizzato a causa dei costi dell’incidente, ossia importo delle spese dovute ad incidenti non investito in attività redditizie (quali produzione, mercato borsistico o risparmio) che generano interessi;

Regole di mercato: Capacità attrattiva di nuovo personale, perdita di appalti, incidenza sull’immagine aziendale;




E’ possibile fare una valutazione economica di questi costi? E’ possibile calcolare quanto costa un infortunio o una malattia professionale?
La risposta è si.
Esistono siti che effettuano una valutazione dei costi che una azienda deve affrontare in seguito a infortuni o malattie professionali. Uno di questi siti è quello della OSHA "$ icurezza Pays". Il programma è un sistema interattivo che aiuta i datori di lavoro a valutare i costi degli infortuni e delle malattie professionali e l'impatto sulla redditività di una azienda. Questo sistema utilizza il margine di profitto di una società, i costi medi di un infortunio o malattia e un costo indiretto moltiplicatore che proietta la quantità di vendite che una azienda avrebbe bisogno di generare al fine di coprire tali costi. Le aziende possono utilizzare queste informazioni per predire gli effetti diretti e indiretti degli infortuni e delle malattie professionali e le vendite stimate necessarie per compensare tali perdite.

Il sito è il seguente:
clicca qui

Collegandoci a questo sito (in lingua inglese) ed inserendo il tipo di infortunio, il numero di lavoratori infortunati e la percentuale di tasso di interesse attuale (3% di default) possiamo avere una stima reale ed economica. Basterà successivamente trasformare la cifra ottenuta da dollari ad euro e successivamente andare ad attualizzare la cifra (che si riferisce all’anno 2005) con un file excel che si trova sul sito dell’Istat al seguente indirizzo:

clicca qui

Questo calcolo non può ovviamente essere perfettamente coincidente con il calcolo reale che potremmo ottenere in seguito ad un’attenta analisi dei costi. Nel calcolare i costi avremmo comunque la difficoltà della stima dei costi indiretti. Questo programmino di OSHA "$ icurezza Pays" può essere utile nel caso in cui vogliamo velocemente fare una stima approssimativa.
Penso che il programma dell’OSHA può essere facilmente utilizzato da tutti anche da chi non ha fatto studi economici.


Giuseppe Patti




Riferimenti bibliografici:


Factsheets dell’agenzia europea per la sicurezza e la salute sul lavoro: http://osha.europa.eu/en/publications/factsheets/

Micheal F. Drummond. Metodi per la valutazione economica dei programmi sanitari. Seconda edizione. Il pensiero scientifico editore.

Istat:Coefficienti annuali: http://www.istat.it/prezzi/precon/rivalutazioni/

Osha “Safety pays program” :
http://www.osha.gov/dcsp/smallbusiness/safetypays/index.html


Ringraziamenti:

Professoressa Anna Montini Università degli studi di Bologna
Dottoressa Stefania Vanzini MC Fondazione Teatro Comunale di Bologna