sabato 20 settembre 2014

Workshop formativo sulle misure di sicurezza nelle attività di pubblico spettacolo

In questo articolo, pubblicato sulla rivista Back Stage di Tecniche Nuone, farò una sintesi dei lavori svolti a Bologna durante il Workshop formativo sulle misure di sicurezza nelle attività di pubblico spettacolo. Il 20 Ottobre 2012 si è svolto alla fiera di Bologna, in occasione del SAIE, il Workshop formativo sulle “Misure di sicurezza nei locali di pubblico spettacolo”. Il Workshop, organizzato dal SCSA (Study Centre for Scenic Art), ha visto la partecipazione di numerosi addetti ai lavori che nel corso della giornata hanno presentato le loro relazioni e si sono confrontati sulle novità presenti in materia di sicurezza. Tra i relatori erano presenti: Oscar Serio (Vicepresidente dell’USI), Villiam Alberghini (Direttore dell’Unità operativa prevenzione e sicurezza ambienti di lavoro dell’Ausl di Bologna), Amedeo Guizzi (Ingegnere, Titolare della Blumano), Luca Galante (Ingegnere presso Alfa System), Belinda Roffarè (Ingegnere), Calogero Turturici (Ingegnere, Dirigente Corpo Nazionale Vigili del Fuoco). Il programma della giornata: 09:00 Introduzione a cura di USI Unione Sicurezza Informazione. Per una cultura della sicurezza, tra etica e responsabilità. Presentazione del progetto “ Sicura-mente” Interviene: Oscar Serio (Vicepresidente USI). 10:00 Criteri generali e criticità nella gestione della sicurezza nel pubblico spettacolo Interviene Villiam Alberghini (Direttore dell’Unità operativa prevenzione e sicurezza ambienti di Lavoro dell’AUSL di Bologna) 10:45 Progetto UNI U5001A881 Sicurezza del macchinario, macchine e attrezzature per il pubblico spettacolo, macchine adibite alla meccanica superiore che operano in ambiente chiuso. Interviene Luca Galante (Ingegnere presso Alfa System S.a.s.) 11:30 Progetto UNI U5001B530 - U500114 Sicurezza delle macchine e delle attrezzature per il pubblico spettacolo. Specifiche per la progettazione, la fabbricazione e l’utilizzo degli elementi strutturali in alluminio, acciaio o altra lega. Interviene Amedeo Guizzi (Ingegnere, Titolare della Blumano®) A seguire Nota n. 1689 SG 205/4 Locali di pubblico spettacolo di tipo temporaneo o permanente. Verifica della solidità e sicurezza dei carichi sospesi. Interpretazione ed implicazioni. 14:30 Verifica della solidità e sicurezza dei carichi sospesi. L’esempio del teatro comunale di Bologna. Interviene Belinda Roffarè (Ingegnere). 15:15 La sicurezza nello spettacolo: verso una linea guida nazionale per il montaggio dei palchi. 16:00 Misure di sicurezza antincendi per gli impianti elettrici nelle attività di pubblico spettacolo. Interviene Calogero Turturici (Ingegnere, Dirigente Corpo Nazionale Vigili del Fuoco). Ho avuto modo di incontrare l’Ing. Belinda Roffarè e le ho chiesto di espormi i suoi studi in tema di sicurezza nei locali di pubblico spettacolo. L'ing. Roffarè collabora, dagli inizi del 2012, con il Teatro comunale di Bologna per la verifica della solidità e della sicurezza dei carichi appesi ai sensi della Circolare del Ministero dell'Interno, Dipartimento VVFF n. 1689 del 2011. Ho chiesto all’Ing. Roffarè di esporci in che modo ha affrontato la recente circolare del Ministero dell’Interno e in che modo i suoi studi hanno trovato applicazione sul palcoscenico. Ing. Roccafè: il percorso si è articolato in una prima analisi del DVR, nell'analisi dell'allestimento teatrale in tema di materiali e carichi in gioco, nella definizione della struttura del Teatro Comunale di Bologna e delle modalità di trasferimento dei carichi alla struttura portante sino a definire una risposta alla circolare in tema di certificazione dei carichi sospesi. Il tema centrale del documento è la sicurezza dei carichi sospesi ma viene esplicitamente richiesto che tale verifica faccia riferimento al D.Lgs 81/08 ed al DM 2008, includendo in tal senso, all'interno della documentazione che verrà prodotta, sia il tema della sicurezza nei luoghi di lavoro che il tema del calcolo degli allestimenti. Un altro aspetto fondamentale, richiamato dalla circolare, è la criticità delle strutture temporanee o fisse per le quali abbiamo avuto anche nel recente passato esempi di crolli. Quest'ultimo tema è però difficilmente riscontrabile nell'ambito di cui io mi sto occupando. La situazione dei teatri stabili d'opera infatti si caratterizza per un uso limitato dei ring di americane e, cosa a mio avviso fondamentale, utilizza manodopera che è parte integrante e stabile dei Teatri. Questi operatori sono specializzati ed ognuno ha compiti diversi, dell'allestimento luci si occupano direttamente gli elettricisti così come il fissaggio dei fondali o l'allestimento dei carri è compito dei macchinisti. Questi due gruppi di operatori agiscono interfacciandosi e coordinandosi, ma ognuno è responsabile della parte di allestimento che conosce. Altro dato rilevante è la tempistica del montaggio, i tempi di installazione risultano dilatati, da alcuni giorni per l'allestimento di un balletto ad alcune settimane nel caso di opere che si caratterizzino per la presenza di una notevole quantità di materiale scenico. Questo dato di fatto contribuisce ad aumentare la sicurezza dei lavoratori e lascia la possibilità temporale di effettuare specifici controlli sull'installazione realizzata. Definiti i temi centrali della circolare è stato per me necessario capire quali tipologie di materiali venivano sospesi. L'allestimento teatrale si compone infatti di tipi e materiali diversi. Per quanto riguarda l'allestimento luci ho riscontrato una notevole variabilità nei pesi delle apparecchiature, dai 2-3 kg dei PAR ai 40 kg per i motorizzati Alpha Clay Paky, con le relative combinazioni di carico. Per questo settore c'è però una notevole conoscenza dei materiali a disposizione ed un sistema di fissaggio che viene predefinito e certificato dal produttore. Per quanto riguarda gli arredi si passa dai carri usualmente in appoggio sul palcoscenico, ai fondali in tessuto (PVC 28 kg/ml – soffitti 5 kg/ml) sino a quinte armate e pareti. Per quanto riguarda quest'ultima tipologia è stato per me importante capire il processo produttivo ed i materiali utilizzati per poter definire l'ordine di grandezza dei pesi in gioco (dai 5 kg/mq delle quinte in tessuto ai 55 kg/mq delle pareti armate), valutando poi caso per caso per i singoli allestimenti scenici i materiali sospesi. A questo punto è stato necessario analizzare le strutture portanti del TCBO. Il Teatro è costituito da una struttura portante in acciaio e calcestruzzo, le cui caratteristiche di stabilità e portata sono state verificate e collaudate nel 1990 in concomitanza della realizzazione del graticcio in ferro, ad integrazione del graticcio in legno pre-esistente. Tutta la documentazione inerente l'adeguamento è conservata presso il Teatro ed è stata la base di partenza per la definizione della sicurezza dei carichi appesi. Dall'analisi della documentazione infatti è stato possibile definire lo schema di trasferimento dei carichi, che con riferimento alla circolare 1689/2011 risulta essere sempre riconducibile al carico sospeso a strutture collegate alle pareti. Si evidenzia infatti la presenza del ponte luci e delle bilance in ferro che risultano essere integrati stabilmente alle travi in c.a. della costruzione, mentre per quanto riguarda i tiri questi risultano trasferire il carico ai graticci che, in funzione della modalità di realizzazione, risultano entrambi parte integrante della struttura portante e perciò sono considerati come soffitti che trasferiscono il carico sospeso alle pareti verticali. La verifica delle strutture del 1990 ha definito i massimi carichi che possono essere sopportati dalla struttura portante, in modo particolare a seguito del collaudo è stato definito il massimo carico applicabile al graticcio in ferro pari 300 kg/mq a quello in legno 100 kg/mq, considerando il massimo carico contemporaneo su entrambi i soffitti, cosa che normalmente non ha luogo. La massima capacità portante dei tiri elettrici viene verificata annualmente nel corso dell’ordinaria manutenzione, ma non viene mai chiamata in causa durante la rappresentazione o il montaggio, introducendo già in questa fase un primo fattore di sicurezza. Si è quindi proceduto a definire le tipologie di materiali utilizzati. Per gli allestimenti il teatro si avvale di una falegnameria interna che ha prodotto e produce gli elementi in legno. La modalità costruttiva utilizzata, che è comune a tutti i teatri stabili, predilige listelli di abete sezione 5-7x2-3 cm o tavole 15x2-3 cm, con i quali viene realizzata l'ossatura portante , poi tamponata con pannelli in multistrato. Per le pareti verticali si scelgono spessori sottili 5/7 mm per le parti praticabili si utilizzano spessori più consistenti da 2,5 a 3 cm. Gli spessori dei praticabili si sono dimostrati idonei per le funzioni svolte, mentre per le strutture è stato possibile constatare che il controventamento in listelli 3x3 cm è tale da svolgere la funzione strutturale senza appesantire la struttura che deve essere comunque movimentata e per lo più in modo manuale. Nel caso di allestimenti caratterizzati da strutture monumentali la scelta ricade invece su struttura portante in ferro rivestita sempre in pannelli di multistrato. Per gli allestimenti creati in tempi recenti è stato possibile reperire le relazioni di calcolo delle strutture. Il materiale utilizzato quest'anno è stato per lo più di repertorio o proveniente da altri teatri con cui il TCBO collabora. Anche nel caso di materiali provenienti dall'esterno la tipologia costruttiva è analoga e gli allestimenti vengono visionati prima della scelta dell'allestimento e controllati in fase di installazione che viene eseguita comunque dalle maestranze stabili del teatro. Per quanto riguarda le luci queste sono tutte di repertorio del teatro. Il primo approccio nella verifica dei carichi si è tradotto nel confronto tra il carico appeso per la singola rappresentazione e la portata ammissibile del graticcio e di conseguenza delle strutture portanti del teatro. Il confronto è stato ottenuto trasformando il carico appeso in carico a metro quadro e confrontando il valore così ottenuto con la portata di riferimento. Il coefficiente di sicurezza è risultato variabile da un minimo di 1,5 ad un massimo di 5. In tutti i casi considerati non vi era mai presenza contemporanea del massimo sovraccarico su entrambi i graticci, pertanto anche il valore minimo è risultato assolutamente cautelativo. In una seconda fase si è quindi provveduto ad approfondire le tipologie dei collegamenti. In questo caso è stato fondamentale il confronto con le maestranze, il loro diretto coinvolgimento ha fatto sì che sempre più prestassero attenzione al proprio ruolo anche nella certificazione della sicurezza. É stato così possibile definire il dettaglio del trasferimento del carico, dai cavicchi, alle funi ed ai ganci. I materiali utilizzati sono marchiati CE, la portata d'esercizio è a favore di sicurezza, la portata a rottura è di almeno un ordine di grandezza superiore ai carichi applicati. Anche nel caso di pareti collegate a motori singoli si utilizza sempre un fattore di sicurezza superiore a 1,2 (ancor più considerato il fatto che i motori vengono utilizzati come sistema aggiuntivo di stabilità delle pareti che risultano essere appoggiate al palcoscenico). Un discorso a parte deve essere sviluppato per le luci. Queste vengono collegate alle bilance nella maggior parte dei casi, quando per esigenze di scena è necessario che la loro posizione sia diversa, si procede al fissaggio delle luci alle americane e delle americane ai tiri. Il collegamento dei tiri è collaudato con i tiri stessi durante la manutenzione, mentre il collegamento degli apparecchi illuminanti è certificato dal produttore e fornito dallo stesso. È prassi già consolidata del reparto luci di aggiungere sempre il cavo di sicurezza, per gli apparecchi motorizzati questo viene fornito dal produttore, mentre per la restante apparecchiatura il Teatro già da diversi anni si è dotato di funi di sicurezza Teci wire rope da 4,8 mm dotati di certificato CE. Un caso interessante che ci siamo trovati a considerare riguarda il plafone di “Le nozze di Figaro”. Il plafone di dimensioni consistenti 9,5x16,5 metri era una produzione proveniente da un altro teatro e rimaneva sospeso ad un'altezza variabile tra 8,6-11,6 metri rispetto al palcoscenico. La tipologia costruttiva era nota e durante il sopralluogo era stato possibile verificare lo spessore del pannello 5 mm, il sistema di rinforzo in listelli e la presenza di americane costruite ad hoc con profili scatolari rettangolari 3x3 cm. Mediante l'analisi dei carichi era stato computato un carico massimo di 40 kg per ogni collegamento. In fase di allestimento erano stati inseriti i dinamometri elettronici ed è stato perciò possibile confrontare il dato di calcolo con il dato reale. Due sono gli aspetti a mio avviso interessanti: il primo è stata la corrispondenza tra il dato di calcolo e quello misurato in esercizio, il secondo l’aver constatato che in alcuni punti il carico trasmesso risultava non leggibile dallo strumento, perché inferiore al valore minimo misurabile. Un altro esempio particolare di verifica che è stata svolta riguarda la modellazione dei carri. Il caso specifico in esame è rappresentato dai carri di scena dell’opera “La Traviata”. Questa rappresentazione si caratterizzava per la presenza di un grande carro in ferro (Casa Violetta) e tre carri più piccoli, ma comunque di una certa rilevanza che venivano movimentati nel 2° atto. Per questi carri non esisteva documentazione tecnica; per questa ragione si è cercato di eseguire una verifica statica di quanto realizzato. I carri erano costituiti da basi realizzate in tavole di abete 2x13 cm accoppiate e dotati di ruote girevoli (base carro 9,5x4,5-0,6m altezza 5,0m); le pareti erano realizzate come le pareti armate che sono già state descritte. Il primo problema nell'affrontare questo tipo di modellazione è stato riuscire a definire le caratteristiche dei materiali. Dal confronto con i falegnami che avevano precedentemente realizzato l'opera si è optato per una classe di resistenza C24 secondo UNI EN 338 degli elementi in abete, valutando che il materiale acquistato fosse di prima scelta e nel processo di produzione fossero stati eliminati i nodi passanti che potevano indebolire le strutture. Per i rivestimenti in pannelli la definizione del materiale è stata più difficoltosa a causa della mancanza di riferimenti normativi precisi, per questa ragione, a seguito di un approfondimento della letteratura di settore si è optato per l'utilizzo dei valori minimi definiti dalla UNI 13279-2. A questo punto si è provveduto ad una modellazione agli elementi finiti dei carri. I listelli in abete sono stati modellati come elementi tridimensionali tipo beam-trave mentre i pannelli in multistrato sono stati modellati come elementi plate bidimensionali, caratterizzandone la resistenza fuori dal piano come da indicazione della norma Uni. E' stato così possibile verificare la stabilità dei carri anche dal punto di vista numerico e, dato rilevante, la modellazione ha evidenziato come gli elementi di irrigidimento aggiunti si siano rilevati essenziali e ben dimensionati, consentendo così di affermare che la pratica realizzativa dell'allestimento in esame ben rispondeva anche alle esigenze del DM 2008, grazie all'esperienza ed alla tradizione costruttiva degli allestimenti teatrali. I successivi sviluppi di questo lavoro, che sempre più nel corso dei mesi va arricchendosi grazie al confronto con tutte le figure coinvolte, riguarderanno in modo particolare il coinvolgimento di macchinisti, elettricisti e comunque tutti gli operatori del teatro. In primo luogo sviluppando il tema della certificazione di corretto montaggio che ha già trovato i primi riscontri da parte del reparto luci. Questa certificazione non è altro che la verifica da parte degli stessi installatori che tutti gli elementi siano correttamente fissati, i cavi di sicurezza, ove richiesto, posizionati ed i materiali installati corrispondano al progetto o se necessario vengano segnalate le modifiche intercorse. Di pari passo si cerca sempre più di anticipare la valutazione dei carichi sospesi come tema integrante la valutazione del rischio, riuscendo così ad individuare le criticità che un allestimento può presentare per i lavoratori. Infine la corretta valutazione dei carichi consentirà di pianificare l'intervento di posa in opera sfruttando ancor più l'utilizzo dei tiri elettrici di scena, consentendo di diminuire la movimentazione manuale dei carichi. Quella che ho qui presentato è la mia personale interpretazione della Circolare, il mio scopo è stato ed è quello di dare una risposta alla problematica sollevata da questo documento, in termini quantitativi e qualitativi, ma non vuole limitarsi a mero strumento di verifica di uno stato di fatto, bensì porsi come spunto per un confronto costruttivo tra tutte le parti coinvolte nel processo di realizzazione dell'allestimento al fine di ottenere una sempre maggiore qualità del lavoro. Ciò che si dimostra confortante è sicuramente il grado di sicurezza con il quale si opera, ma sicuramente sarà necessario chiarire con gli enti preposti il tema della sicurezza durante la rappresentazione da parte degli attori, che per esigenze inerenti la parte artistica di questa tipologia di lavoro si trovano a volte ad agire ai limiti della normativa vigente.

Sicurezza sul Lavoro nel rinnovo del CCNL delle Fondazioni Lirico Sinfoniche. I rischi all’udito

In questo articolo, pubblicato sulla rivista Back Stage di Tecniche Nuove, tratterò il tema della sicurezza, in particolare legata al rischio del rumore, presente nel rinnovo del contratto collettivo nazionale delle fondazioni lirico sinfoniche. Il 22 Novembre 2012 è stato siglato a Roma, da parte dell’Anfols e delle Organizzazioni Sindacali, il nuovo contratto nazionale di lavoro delle Fondazioni Lirico Sinfoniche. L’Art. 23 bis dello stesso tratta la tematica del rumore inerente la sicurezza dei lavoratori. In un precedente articolo pubblicato sulle pagine di BS avevamo trattato questo tema anche in seguito ad una accesa discussione apparsa sul forum di ZioGiorgio. Avevamo visto che per il personale artistico e tecnico la valutazione del rumore è assai complessa, sia per l’estrema variabilità dell’esposizione, sia perché l’esposizione può avvenire in tempi e luoghi assai diversi tra loro. Quello che complica la valutazione è il fatto che le mansioni svolte, da chi opera in ambito musicale, non sono di tipo ripetitivo, né per quanto riguarda la postazione di lavoro né per quanto riguarda il tempo di esposizione. In mancanza ed in attesa di una linea guida resta l’obbligo per il datore di lavoro di fare un’attenta valutazione dei rischi e trovare le soluzioni per limitare l’esposizione al rumore. Seppur ancora in mancanza della linea guida i firmatari del CCNL hanno ritenuto utile formulare un articolo su questo tema. Art. 23 bis - SICUREZZA SUL LAVORO Preso atto che l'articolo 14 della Direttiva 2003/10/CE, relativa all'esposizione dei lavoratori ai rischi derivanti dagli agenti fisici (rumore), recita: "Nel quadro dell'applicazione della presente direttiva gli Stati membri, in consultazione con le parti sociali, redigono, conformemente alla legislazione e alle prassi nazionali, un codice di condotta recante orientamenti pratici volti ad aiutare i lavoratori e i datori di lavoro dei settori della musica e delle attività ricreative ad adempiere i loro obblighi giuridici stabiliti dalla presente direttiva"; Accertato che la direttiva 2003/10/CE sul rumore si applica a tutti i luoghi in cui vi siano lavoratori e venga suonata musica dal vivo (amplificata o meno) o registrata a fini di intrattenimento. Quando potrebbero essere oltrepassati i livelli di esposizione di cui alla direttiva CE occorre adottare i provvedimenti adeguati. Chiunque svolga un'attività che possa causare un rischio dovuto al rumore ha una responsabilità, verso se stesso o gli altri; Visto che il Decreto Legislativo 10 aprile 2006, n. 195 (pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n.124 del 30 maggio 2006), attuativo della direttiva 2003/10/CE, integra e modifica la legge 626/1994 e che l'entrata in vigore per il settore musica e delle attività ricreative decorre dal 15 febbraio 2008; Considerata l'oggettiva difficoltà di calare gli effetti della legge in un settore dove i livelli di rumore sono per natura stessa del lavoro difficilmente modificabili ed in certi casi parte inalienabile del prodotto finito; Valutato l'impatto che un non attento uso dello strumento legislativo potrebbe avere sull'esistenza in vita dei teatri e delle orchestre stesse e pertanto reputato opportuno l'introduzione di forme di controllo e di limitazione al rischio la dove i livelli di esposizione siano tali da creare un rischio alla salute degli addetti ai lavori; Si conviene che tutte le Fondazioni devono: Determinare il rischio sui luoghi di lavoro settore per settore, dall'Orchestra ai Laboratori di costruzione (in particolare in falegnameria) ove esistenti; Concordare con le OOSS le strategie volte alla prevenzione, intervenendo strutturalmente, ove possibile, per la riduzione dei livelli sonori mediante misure tecniche e miglioramenti dell'acustica dei locali, avvalendosi della consulenza specialistica; Fornire dispositivi di protezione specifici, individuali e collettivi, ove non sia possibile il contenimento nei limiti imposti; Diffondere l'informazione sui rischi collegati all'esposizione prolungata al rumore fra gli addetti ai lavori; Istituire specifici controlli medici periodici per tutti i lavoratori delle aree identificate a rischio. Fermo restando quanto sopra viene demandato a livello aziendale di pianificare e implementare, concordandoli con le Rappresentanze dei Lavoratori, gli interventi da mettere in atto nei propri posti di lavoro per limitare gli effetti nocivi dell'esposizione prolungata al rumore sulla salute, in particolare sull'apparato uditivo, dei dipendenti. Giuseppe Patti