venerdì 28 maggio 2010

Soppressione dell'ISPESL


Riporto di seguito il comunicato stampa dell'ISPESL che, con la nuova manovra correttiva varata dal Governo, verrà assorbito dall'Inail.
Come autore di questo Blog desidero esprimere la mia preoccupazione per questa decisione che rischia di rallentare il processo di diminuizione degli infortuni avuto in questi anni anche grazie all'ottimo lavoro che l'ISPESL ha fatto in tema di prevenzione degli infortuni. In diversi dei miei articoli mi sono avvalso delle linee guida ISPESL avendo cosi avuto modo di cogliere l'importanza e la portata del lavoro svolto dall'istituto.

Prima del comunicato stampa dell'ISPESL desidero pubblicare le preoccupazioni espresse dalla redazione di diario prevenzione

In nessun paese europeo le ragioni della crisi hanno portato allo scioglimento degli Enti di ricerca che si occupano di salute e sicurezza sul lavoro.
INRS Francia,HSE Inghilterra, gli Enti tedeschi e nordeuropei vengono mantenuti se non rafforzati. Il governo italiano ha invece pensato di approfittare della emergenza crisi e riduzione spesa pubblica per sciogliere ISPESL, senza un disegno chiaro e discusso nelle sedi appropriate sul tema dell'eventuale trasferimento delle professionalità presenti in Ispesl ad un futuro e fantomatico Polo sicurezza posto in capo ad Inail.
Ciò che sta avvenendo è molto preoccupante in quanto prevede che lo Stato deleghi proprie competenze nel campo della ricerca in materia di salute e sicurezza all'Ente assicuratore Inail senza un che vi sia un disegno chiaro e trasparente su chi farà che cosa. Il bene salute delle persone che lavorano passa dalla tutela basata sul diritto costituzionale alla tutela basata sul paradigma attuariale e assicurativo basato sulla logica delle convenienze aziendali e non del diritto alla salute.


Non risulta che le Regioni siano state consultate dal governo su questo atto di soppressione dell'Ispesl: si tenga conto del fatto che i Spsal o Smpil delle Regioni utilizzano Ispesl per la formazione degli operatori e come riferimento di secondo livello per le consulenze tecnico scientifiche.

Ci chiediamo: che lavoro verrà trasferito ad una agenzia che risponderà a logiche
diverse rispetto a quelle della tutela della salute previsto dall'art 32 della Costituzione?

Il passaggio delle funzioni di ricerca in materia di salute e sicurezza sul lavoro ad Inail è un ritorno ad un passato fallimentare: già prima del 1978 Inail svolgeva funzioni di ricerca e consulenza alle imprese tramite ENPI, ente che fu sciolto per incapacità dell'Inail a gestire in modo decoroso gli aspetti della prevenzione in materia salute e sicurezza sul lavoro.

Riteniamo importante fare conoscere il punto di vista dei lavoratori e della dirigenza dell'ISPESL, struttura importante per la prevenzione in Italia, focus dei rapporti con le strutture e le Agenzie di Ricerca europee e mondiali in materia di prevenzione salute e sicurezza sul lavoro. L'atto del Governo rappresenta ancora una volta l'idea di stato che anima coloro che hanno responsabilità di governo: indifferenza e colpevole ignoranza rispetto al patrimonio d conoscenze che i professionisti di Ispesl e di altri Enti pubblici di ricerca rappresentano in Italia e nel mondo. Un patrimonio che rischia di essere disperso in questa pomposa operazione denominata Polo sicurezza sub dominio Inail.

EDITOR DIARIO PREVENZIONE


Comunicato stampa:


ISPESL - ISTITUTO SUPERIORE PER LA PREVENZIONE E LA SICUREZZA DEL LAVORO


UFFICIO STAMPA Roma, 26 maggio 2010



COMUNICATO STAMPA



ISPESL: l’Istituto non è un “ente inutile”, ma indispensabile per la sicurezza e la salute dei lavoratori italiani. Con il provvedimento del Governo si chiude l’unico Ente di ricerca del Paese.
Nonostante il dimezzamento dei fondi, l’Ispesl è in grado di autofinanziarsi per più del 60% dello stanziamento concesso dallo Stato.

In relazione alle notizie di stampa si apprende che l’Ispesl (Istituto Superiore per la prevenzione e la sicurezza del Lavoro), unico Ente di ricerca del nostro Paese con vastissime competenze nel settore della prevenzione e della sicurezza dei lavoratori, nell’ambito della manovra finanziaria varata dal Consiglio dei Ministri del 25 maggio, risulterebbe soppresso.
Rimaniamo stupiti dalle notizie della soppressione e della definizione di ente inutile per l’Istituto superiore per la prevenzione e la sicurezza del lavoro (ISPESL).

L’etichetta, da alcuni attribuita, all’istituto di “Ente inutile” è offensiva per tutti i lavoratori, oltreché priva di fondamento.
L’Ispesl non solo non è ente inutile, ma nel silenzio del suo trentennale lavoro quotidiano, attraverso l’impegno e il sacrificio delle molteplici professionalità
(ingegneri, medici, chimici, fisici, biologi, ecc) pur nella scarsità di mezzi, garantisce un apporto insostituibile di conoscenze, esperienze e formazione al sistema produttivo del nostro Paese nel delicato settore della tutela della salute e sicurezza dei lavoratori, fornendo un know how, patrimonio per l’Italia, apprezzato e riconosciuto non solo in ambito scientifico nazionale e internazionale ma da tutte le organizzazioni datoriali e sindacali.
Se è vero che gli infortuni mortali annui sono diminuiti da 1600 a 1200 (per parlare solo delle cosiddette morti bianche) ciò è ascrivibile anche a tutte le
innumerevoli iniziative dell’Ispesl, messe in campo attraverso il suo personale.

L’Ente che soffre dall’anno 2000 una costante e vertiginosa riduzione di fondi, dimezzati nel corso di questi anni, da 110 a 58 milioni di euro, oltre ad un
altrettanto drastica riduzione del personale per raggiunti limiti di età (senza possibilità di un fisiologico turn over, per il blocco delle assunzioni), non ha mai
ridotto il proprio impegno per la tutela della sicurezza e della salute dei lavoratori. Nonostante ciò l’Istituto si è costantemente adoperato nel corso di questi anni per avere mezzi e disponibilità per esercitare al meglio le proprie funzioni.

L’Istituto ha, infatti, accresciuto e ampliato tutti i possibili servizi che la legge gli consente di fare, riuscendo persino ad incrementare notevolmente le entrate proprie.
L’Istituto oggi è in grado di autofinanziarsi (35 milioni di euro) per più del 60 % dello stanziamento che perviene dallo Stato.
E’ questo lo si può considerare un “ente inutile”?
Chi si è impegnato e chi si impegna per conto del Governo e delle Autorità territoriali, per le aree di Taranto, Civitavecchia, Casale Monferrato, ovvero per i
gravissimi problemi del terremoto a l’Aquila, in Umbria?
Chi è intervenuto per la sicurezza degli insediamenti a rischio di incidente rilevante o degli impianti energetici più complessi?
Chi ha fronteggiato le emergenze nazionali al fianco delle istituzioni territoriali e nazionali (incidente Monte Bianco, nave G. Montari, Gran Sasso, Tissen Krup, Camere iperbariche, ecc…)?

Riteniamo in conclusione che non solo l’Ispesl non sia “ente inutile”, ma che sia “utilissimo” per il nostro sistema produttivo che si finanzia per gran parte da solo.
A questo punto sarebbe utile sapere in quale logica e con quali procedure sia stata disposta la “soppressione” dell’Ispesl con lo “scioglimento” nell’Inail.
Aspettiamo una risposta.
Il personale dell’Ispesl ce la chiede. Ce lo chiedono anche i lavoratori e i familiari delle vittime sul lavoro.


fonte UST ISPESL

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