
Sicurezza sul lavoro: i costi economici degli infortuni e il valore della prevenzione Quando si parla di infortuni sul lavoro o di malattie professionali, occorre sempre ricordare che non si tratta solo di statistiche o numeri su un foglio. Ogni evento rappresenta una tragedia che colpisce il lavoratore e, spesso, ricade anche sulla sua famiglia e sulla collettività. I costi umani, emotivi e sociali sono enormi. Tuttavia, esistono anche importanti ricadute economiche, che riguardano tanto il sistema pubblico quanto le singole imprese. Anche nel contesto dei teatri o delle aziende culturali, gli infortuni – anche quelli di minore entità – possono comportare danni economici significativi. Un dato spesso trascurato è che i costi indiretti di un infortunio aumentano in modo inversamente proporzionale alla sua gravità: più l’evento è lieve, maggiore sarà la proporzione dei costi indiretti rispetto a quelli diretti (fino a 4 o 5 volte di più). Costi diretti e indiretti: una distinzione fondamentale I costi diretti sono quelli immediatamente e chiaramente associabili all’infortunio o alla malattia professionale. Rientrano in questa categoria: Spese mediche (ospedali, visite, riabilitazione, farmaci); Integrazione dei salari non coperti da assicurazione; Danni a impianti, macchinari, veicoli o strutture; Perdita di produzione causata da interruzioni; Calo di produttività del lavoratore al rientro. I costi indiretti, invece, non sono direttamente imputabili all’evento e richiedono metodi di stima o allocazione. Tra questi: Perdita di produttività generale o calo di morale del personale; Straordinari e turnazioni per compensare assenze; Tempo e risorse per indagini e adempimenti con autorità; Costi di formazione per sostituti o per il reinserimento; Aumento del turnover e delle difficoltà nel recruiting; Danni all’immagine aziendale; Aumenti dei premi assicurativi e sanzioni legali; Costi non medici per la riabilitazione e l’adattamento del posto di lavoro. Investire in prevenzione conviene Oltre alla rilevanza etica e sociale, la prevenzione ha un impatto economico altamente positivo. Un esempio concreto proviene dalla Svizzera, dove un programma formativo rivolto ai lavoratori su scale è costato 2,2 milioni di dollari. Dopo un anno, il numero di infortuni è calato di 500 unità. Considerando che ogni incidente da caduta da scala costa circa 8.600 dollari, il risparmio complessivo è stato di 4,3 milioni di dollari, quasi il doppio dell’investimento iniziale (fonte: ILO). A livello macroeconomico, i Paesi con sistemi di salute e sicurezza meno evoluti sopportano un costo maggiore sul PIL. Secondo l’Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO), in America Latina questi costi possono arrivare al 10% del PIL, mentre in Europa si aggirano tra il 2,6% e il 3,8%. In Italia, l’INAIL ha stimato un costo complessivo annuo pari a 45,5 miliardi di euro, ovvero circa il 3,2% del PIL (fonte: La Repubblica, 22/09/2009, articolo di Pietro Veronese). Comprendere i costi per decidere di investire È comprensibile che parlare di costi in un ambito tanto delicato possa sembrare cinico. Tuttavia, dimostrare a imprenditori e manager che investire in sicurezza genera ritorni economici positivi può essere una leva efficace per ottenere impegni concreti. La riduzione degli infortuni produce benefici immediati, mentre nel caso delle malattie professionali gli effetti economici positivi si manifestano nel medio-lungo termine. Tra le voci che impattano maggiormente il bilancio di un’azienda, possiamo considerare: Assenteismo; Costi per sostituzioni e formazione; Pensionamenti anticipati e indennizzi; Costi di riabilitazione e adeguamento postazioni; Danni a materiali e impianti; Costi per indagini interne e adempimenti burocratici; Sanzioni legali e aumento dei premi assicurativi; Perdita di ordini, clienti, competitività e immagine. La stima economica degli infortuni È possibile stimare quanto costa un infortunio? La risposta è sì. L’OSHA (Occupational Safety and Health Administration) mette a disposizione uno strumento gratuito online, “$afety Pays”, che permette alle aziende di simulare i costi complessivi (diretti e indiretti) legati a specifici infortuni o malattie professionali, e di stimare le vendite necessarie per compensarli. Il simulatore OSHA è disponibile a questo indirizzo: https://www.osha.gov/safetypays/estimator Inserendo il tipo di infortunio, il numero di lavoratori coinvolti e il margine di profitto aziendale, il sistema calcola l’impatto economico dell’evento. Il risultato è espresso in dollari: sarà poi necessario convertirlo in euro e attualizzarlo con l’aiuto dei coefficienti ISTAT di rivalutazione monetaria (disponibili qui: http://www.istat.it/prezzi/precon/rivalutazioni/). Naturalmente, questa stima non potrà mai sostituire una vera analisi personalizzata dei costi aziendali, ma può rappresentare un utile punto di partenza, soprattutto per piccole e medie imprese che vogliano comprendere il peso economico della non sicurezza. Conclusione Investire in prevenzione non è solo una scelta etica: è una strategia economicamente intelligente. Ogni euro speso in salute e sicurezza genera un ritorno in termini di continuità produttiva, immagine, competitività e benessere dei lavoratori. Far comprendere questo ai decisori aziendali può essere il passo decisivo per diffondere una nuova cultura del lavoro, dove la prevenzione non è un costo, ma un investimento.
2 commenti:
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