domenica 15 novembre 2009

Palcoscenico: Difficoltà oggettive o pigrizia?

Sicurezza in palcoscenico: criticità applicative, cultura organizzativa e proposte operative Come già evidenziato in un precedente contributo, l’ambiente del palcoscenico rappresenta un contesto lavorativo peculiare, in cui esigenze artistiche e registiche possono determinare deviazioni dalle procedure standard di sicurezza. La natura eccezionale delle attività teatrali comporta talvolta l’adozione di prassi che, pur rispondendo a logiche creative, espongono i lavoratori tecnici e artistici a rischi specifici, spesso non esplicitamente trattati dalla normativa vigente. Ad oggi, non esiste infatti una regolamentazione specifica per i palcoscenici dei teatri italiani. Questo vuoto normativo comporta, nei fatti, una parziale deroga ai criteri di sicurezza comunemente applicabili in altri settori. Tuttavia, la sicurezza sul lavoro deve essere considerata un valore trasversale e condiviso, che coinvolge ogni soggetto della filiera produttiva: datore di lavoro, dirigenti, preposti, lavoratori, RLS, organismi di vigilanza e autorità giudiziaria. Uno degli ostacoli maggiori alla piena applicazione delle misure di prevenzione è l’assenza, in molti contesti, di una consolidata cultura della sicurezza. I piani di gestione della sicurezza nei teatri si focalizzano talvolta sugli aspetti meramente documentali, trascurando l’adozione di veri programmi di Risk Management. Tali programmi, per essere efficaci, devono includere: l’identificazione e l’analisi dei rischi, la modifica di metodi e procedure operative, il coinvolgimento attivo dei lavoratori e dei loro rappresentanti. La costruzione di un sistema organizzativo efficace in materia di sicurezza deve passare necessariamente per la definizione chiara di ruoli e responsabilità, l’attivazione di percorsi formativi mirati e una solida comunicazione interna. È solo con un’azione sinergica tra tutte le funzioni aziendali che si può prevenire efficacemente il verificarsi di incidenti. Le difficoltà applicative: esempi operativi Spesso l’adozione delle misure previste dai DVR e dai manuali d’uso delle attrezzature incontra resistenze non tanto per ostacoli tecnici quanto per abitudini consolidate e scarsa volontà di adeguamento. Si consideri, ad esempio, l’utilizzo di elevatori meccanici per il puntamento dei proiettori montati su americane poste a oltre 12 metri d’altezza. Le schede tecniche di questi dispositivi prescrivono il livellamento della base su quattro gambe regolabili. Tuttavia, capita che l’operatore, per evitare di spostare elementi scenici che impediscono il corretto posizionamento, operi con solo tre gambe, compromettendo la stabilità e la sicurezza dell’intervento. In realtà, nella quasi totalità dei casi, è possibile riposizionare la macchina o rimuovere l’ostacolo. In alternativa, è sempre possibile impiegare un diverso sistema di accesso in quota (ad esempio un seggiolino con imbracatura e dispositivo anticaduta). È fondamentale adottare una logica di scelta della soluzione più sicura possibile, piuttosto che la più comoda o rapida. Un altro tema ricorrente riguarda la resistenza all’uso dei DPI, riscontrata soprattutto in lavoratori più anziani, talvolta riluttanti a cambiare abitudini. Al contrario, si rileva una maggiore apertura e attenzione tra i tecnici più giovani e tra le donne. In ogni caso, il cambiamento culturale deve essere promosso dall’alto, ma costruito anche attraverso il coinvolgimento attivo del personale. Il ruolo dei dirigenti e l’importanza della formazione Con l’entrata in vigore del D.Lgs. 106/2009, è stato chiarito che anche i dirigenti devono ricevere una formazione specifica in materia di sicurezza (art. 37, comma 7 del D.Lgs. 81/2008). Questo implica che i soggetti apicali delle organizzazioni teatrali, come i sovrintendenti e i dirigenti tecnici, non possono più sottrarsi alla responsabilità diretta in caso di violazioni o incidenti. La conoscenza delle norme, unita alla consapevolezza dei rischi, diventa così prerequisito indispensabile per chi prende decisioni operative. Cultura della sicurezza e spazi di confronto La formazione obbligatoria costituisce solo una parte del processo educativo. Sarebbe auspicabile prevedere momenti periodici di confronto tra lavoratori e RLS, per favorire lo scambio di buone pratiche, esperienze e suggerimenti. La creazione di uno spazio strutturato di ascolto e condivisione può rappresentare un elemento chiave per consolidare la cultura della sicurezza. Allestimenti ospitati e co-produzioni: le criticità Tra le maggiori fonti di rischio si annoverano gli allestimenti in ospitalità o co-produzione, spesso realizzati anni prima dell’introduzione delle attuali normative. Tali scenografie, se non verificate e certificate, possono risultare non conformi ai requisiti di sicurezza. In questo senso, si propone l’adozione di un sistema di certificazione ("bollino blu") per tutti gli allestimenti ospitati o noleggiati, analogo a quanto già previsto per le attrezzature. In caso di scenografie autocostruite, si richiede la redazione di una relazione tecnica da parte di un professionista abilitato. Un caso emblematico riguarda un allestimento che prevedeva la presenza di una piscina scenica all’interno della quale transitavano cavi elettrici non adatti all’immersione. In assenza di alternative praticabili, si è optato per l’installazione di un interruttore differenziale a 30 mA e per la limitazione dell’accesso all’area, accettando un livello di rischio residuale (mai completamente azzerabile). Resta il fatto che tale rischio avrebbe potuto essere evitato in fase progettuale o con una verifica più attenta dell’allestimento. Conclusione L’introduzione di un “bollino blu” per gli allestimenti scenici, la formazione estesa ai dirigenti, il coinvolgimento attivo dei lavoratori, l’adozione di procedure alternative sicure e l’istituzione di spazi di confronto operativo rappresentano tutti elementi di una strategia integrata per la gestione della sicurezza in ambito teatrale. Il palcoscenico, per quanto luogo di creatività, non può essere zona franca rispetto al diritto alla salute e alla sicurezza dei lavoratori.

1 commento:

Francesco Cuccuini ha detto...

Quante volte si vedono obblighi non ottemperati dietro alle difficoltà oggettive.

Buona l'idea del bollino blu.

Saluti