domenica 10 aprile 2016

Un momento di difficoltà

Credo che per un lavoratore sia più importante il clima aziendale che si respira nel proprio luogo di lavoro che il salario o i benefit che percepisce. Anche se Aristotele pensava che chi si guadagnava da vivere non potesse essere considerato libero e la cristianità vedeva la fatica come una punizione per il peccato di Adamo ed Eva per molti il lavoro è la chiave della propria identità. La realizzazione di opere straordinarie è sicuramente più appagante dell'ozio Aristotelico ed infatti i filosofi dell'800, come Rousseau e Diderot, dissero che la vita lavorativa poteva essere centrale per la ricerca della felicità. Nietzsche capì che i nostri problemi si aggravano quando ci agitiamo per la nostra preoccupazione e la sua ricetta era quella di accettare la sofferenza come una tappa necessaria per raggiungere degli obiettivi di valore. Soffrire, continia Nietzsche, è normale ed i progetti più appaganti passano attraverso un certo grado di tormento. Nessuno sa creare un'opera d'arte senza esperienza e negli intervalli tra i primi fallimenti e la riuscita finale si impongono dispiaceri, ansia, invidia, umiliazione: credere che il successo arrivi subito e soprattutto resti immutato per sempre ci può portare a fare dei passi indietro di fronte alle sfide presenti e future. Forse è davvero arrivato il momento di rimetterci tutti in gioco e non dare più nulla per scontato. Iniziamo a guardare anche alle opportunità che possono arrivare dai momenti di crisi e non lasciamoci prendere dallo sconforto. Affrontiamo il presente non mettendo mai da parte valori come solidarietà, altruismo e partecipazione.

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