Il
graticcio è una griglia regolare, formata da travetti in legno o metallo
paralleli tra loro e disposti a distanza regolare e parallela anche alla linea
di boccascena che si trova proprio al di sopra del piano di palcoscenico e ne
ha circa le stesse dimensioni. Per essere davvero funzionale il graticcio deve
trovarsi il più alto possibile per permettere alle scene sospese di scomparire
dall’inquadrature del boccascena una volta issate per mezzo dei tiri a corda o
in metallo che lavorano sui rocchetti posti in graticcio. Tra il graticcio ed
il soffitto esiste una distanza che permette ai soffittisti di potersi muovere
lungo i travetti. La struttura del graticcio è molto semplice, ma la parte
fondamentale per l’azione scenotecnica è rappresentata dagli spazi vuoti. Quel
che si vede salendo in graticcio è una distesa di travetti paralleli che
attraversano lo spazio sovrastante il palco dalla parete sinistra a quella
destra; tra un travetto e l’altro si trovano gli spazi vuoti, larghi circa 10
cm. Questi spazi sono chiamati tagli e rappresentano il luogo in cui passano le
corde per le manovre di soffitta tramite pulegge chiamate in teatro rocchetti.
In
graticcio si trovano i mazzi di corde di diverse lunghezze e appesi a diversi
ganci sul muro. Le misure delle corde sono almeno tre: le corde corte, cioè poco
più lunghe del doppio della distanza tra il piano di palcoscenico e il
graticcio e che servono per lavorare in prossimità della testa del tiro; le
corde di misura media, le mezze, che sommano alla lunghezza delle corte almeno
la dimensione di mezzo graticcio nel senso della larghezza e si utilizzano per
la parte centrale del tiro. Le corde lunghe sommano alla dimensione di una
corta la larghezza totale del graticcio e sono ovviamente quelle che lavorano
più lontane dalla testa del tiro, dove le corde saranno legate al mantegno.
Il testo prende spunto da ABC della Scenotecnica, di
Benedetta Dalai. Dino Audino Editore, Roma, 2006
Aspetti
normativi che riguardano la graticcia:
Con
l'entrata in vigore prima del D.Lgs. n. 626/1994 e successivamente del D.Lgs.
81/08, ed in seguito dell'effettuazione della valutazione dei rischi prevista
da tali decreti legislativi, presso i tantissimi teatri storici italiani si è
appurato che la graticcia, intesa come piano di lavoro, non rispetta alcune
prescrizioni normative contenute nei D.P.R. n. 547/1995 e 303/1956.
L'impasse
è tuttora cosi carica di implicazioni per questi apparati scenotecnici,
annoverati a pieno diritto nel patrimonio oggetto di tutela da parte delle
competenti amministrazioni nel campo dei beni culturali, che del problema è
stata investita la
Commissione Consultiva Permanente per la Prevenzione degli
Infortuni e l'Igiene del Lavoro.
Un
gruppo di lavoro ad hoc, nominato nell'ambito della suddetta Commissione,
coordinata dall’ing. Luigi Galli, ha elaborato una bozza di decreto cosiddetto
"di pari efficacia" in base all'art. 28, comma 1, lettera a), del
D.Lgs. n. 626/1994. Tale bozza di decreto cerca di risolvere i problemi di
sicurezza sul lavoro posti dall'utilizzo della graticcia dei teatri storici,
pur mantenendo integre le caratteristiche strutturali e funzionali della
stessa.
La
bozza di decreto è stata approvata dalla Commissione Consultiva, ma è tuttora ferma
(a quanto ci risulta) presso i competenti uffici ministeriali, in attesa di
pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale.
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