domenica 12 aprile 2015

Crollo del palco di Jovanotti a Trieste. La testimonianza di un tecnico che aveva inviato all’ing. Guglielmo un sms esprimendo preoccupazione

Pubblichiamo di seguito un interessante articolo, redatto dal quotidiano "Il Piccolo" di Trieste, che approfondisce le dinamiche della tragica giornata di Trieste dove perse la vita il tecnico Francesco Pinna. Un errore di calcolo oltre che di progettazione. Per questo motivo il 12 dicembre 2011 è collassato il palco del PalaTrieste ed ha perso la vita Francesco Pinna, studente lavoratore di 20 anni. Lo scrive a chiare lettere il giudice Laura Barresi che ha depositato le motivazioni della sentenza in cui è stato condannato a 3 anni e 4 mesi l’ingegner Andrea Guglielmo, 37 anni, il professionista incaricato proprio della verifica statica della struttura che quella sera avrebbe dovuto ospitare il concerto di Jovannotti. «Si deve ribadire - scrive il giudice Barresi - che l’errore che si imputa a Guglielmo è propriamente quello di calcolo e quindi anche se la sua relazione non è finita nelle mani degli addetti al montaggio, comunque l’opera è collassata per un errore di Guglielmo in quella che era certamente una sua precipua attività professionale, ossia il fatto che il ground support potesse - come dice Guglielmo nel suo interrogatorio - “stare in piedi - o con o senza i braccetti». E continua: «Ciò che è indubitabile è che il carico comunque operato sulla struttura del ground support aveva raggiunto e superato il limite del collasso, sia facendo arretrare i pesi, sia secondo la versione di Guglielmo in quanto l’errore di calcolo fu determinante». Ma c’è di più. Nelle motivazioni della sentenza (oltre 70 pagine dense di approfondimenti tecnici) il giudice Barresi ricorda una telefonata fatta quella mattina attorno alle 9 da un addetto al montaggio proprio a Guglielmo per ottenere da lui alcune rassicurazioni dal momento che si erano verificati alcuni problemi tecnici e in particolare uno sbalzo. «Mi disse - ha riferito il testimone - che nei calcoli era prevista una flessione e che quindi era normale. Ricordo che sicuramente non disse di aspettare fintanto che non avesse visionato il progetto e la relazione di calcolo». Alle 9.06 il testimone ha ricevuto da Guglielmo un sms con questo testo: «Ciao se riesci fai qualche foto soprattutto dello sbalzo. Se non ce la fai, fa nulla. Ci sentiamo dopo ciao». Quindi Guglielmo, così viene riportato nella sentenza - venne informato dello sbalzo e dise che tutto era a posto. «Ma se era certo che la spaZiatura fosse normale, perché a distanza di pochi minuti, ha chiesto di fotografarla?», si chiede il giudice. Che continua: «Guglielmo pose in essere una evidente leggerezza. Dicendo che tutto era ok egli ha dato ai soggetti presenti l’imput per andare avanti nel lavoro nonostante i segnali fossero preoccupanti. Egli era l’unica figura professionale in grado di apprezzare i vizi evidenziati e imporre lo stop ai lavori». Intanto si avvicina la data del processo per l’altro indagato: Loris Tramontin, titolare della società Azalea Promotion organizzatrice del concerto di Jovanotti, comparirà in aula il prossimo 9 marzo.(c.b.)

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