mercoledì 4 marzo 2015

Ingegneri al conservatorio per studiare i muscoli dei musicisti: in Italia la prima ricerca al mondo

Pubblichiamo di seguito un articolo a cura di Valentana Frezzato apparso sul quotidiano "La Stampa" di Torino risalente al 28 febbraio 2015. L’esame condotto dai tecnici dell’università di Torino su allievi del Vivaldi di Alessandria analizza la risposta di alcuni elettrodi applicati sul corpo di violinisti, violoncellisti e violisti. Questi elettrodi riproducono sul monitor del computer dei colori corrispondenti agli sforzi muscolari istante per istante. Il direttore del Conservatorio, Angela Colombo, controlla il comportamento dei pianisti alla tastiera da decenni: «Dico sempre ai miei studenti: ricordatevi di respirare». Ed è stato felice di ascoltare, ieri mattina, i risultati delle ricerche condotte dagli studiosi del Laboratorio di ingegneria del sistema neuromuscolare del Politecnico di Torino, coordinati da Roberto Merletti. Che per adesso si sono occupati di violinisti, violoncellisti e violisti, «perché - spiegano - sappiamo che i musicisti che suonano strumenti ad arco hanno bisogno di periodi di pausa e di fare esercizi compensatori per far rilassare i muscoli di schiena, collo, braccia». Muscoli che sforzano continuamente durante l’esecuzione dei brani e tantissimo durante quelli più impegnativi (viene in mente «Il volo del calabrone» di Nikolaj Rimskij-Korsakov): «Chi suona uno strumento musicale a livello professionale svolge una attività fisica molto simile a quella di uno sportivo o di un operaio che lavora ad una linea di montaggio e soffre di patologie neuromuscolari non molto diverse» spiega Merletti. Movimenti rapidi e precisi, eseguiti in posture non sempre ottimali, ripetuti per ore al giorno, causano inevitabilmente fatica e dolori «e se ignorati - continua - possono costringere il musicista a interrompere la professione». All’avanguardia Gli ingegneri del laboratorio torinese sono i primi al mondo a studiare così da vicino i musicisti: sono stati al «Vivaldi» di Alessandria e hanno applicato degli speciali elettrodi sul corpo dei violinisti, allievi di Marcello Bianchi. La novità è che, mentre suonavano, potevano vedere in tempo reale come si comportavano i loro muscoli, grazie allo schermo di un computer: in blu venivano segnalati i movimenti che richiedevano poca attività muscolare, in rosso quelli che ne richiedono di più. «I nostri muscoli producono segnali elettrici detti elettromiogramma, come l’elettrocardiogramma dal cuore, prelevabili sulla cute tramite griglie di elettrodi applicati come un cerotto» spiegano i ricercatori, che hanno poi utilizzano una «retina elettrica» che vede i segnali e li trasforma nei colori che rappresentano lo sforzo muscolare in ogni istante. Questa «mappa» consente di correggere posture o contrazioni sbagliate in tempo reale. Poi toccherà ai pianisti «In futuro - aggiunge Merletti - lavoreremo con pianisti, contrabbassisti e cantanti. Grazie al Progetto Lagrande della Fondazione Crt abbiamo ottenuto borse si studio per il secondo anno di ricerche. È stata fondamentale la disponibilità del “Vivaldi”, che ci ha consentito di avere un buon numero di musicisti da “studiare”».

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