mercoledì 17 dicembre 2014

PREVENIRE E' MEGLIO CHE CURARE

 
Chi non ricorda il famoso slogan pubblicitario di un noto dentifricio dove, forse per la prima volta, la parola prevenzione diveniva una parola comune a tutti? Quello slogan è oggi più che mai attuale soprattutto se parliamo di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro. 
In questo articolo cercheremo di quantificare i costi che un'azienda deve affrontare in seguito ad un infortunio e successivamente citeremo qualche risultato positivo ottenuto investendo in prevenzione. 


Le aziende di grandi e medie dimensioni, come quelle manifatturiere, che registrano il maggior calo degli infortuni, hanno sviluppato in questi anni una sempre più diffusa cultura della sicurezza frutto di un deciso aumento delle risorse investite nella prevenzione e nella formazione. Negli altri comparti invece, come quello dei servizi, dove troviamo aziende di piccole dimensioni, ci troviamo il più delle volte in presenza di compressione dei costi legati alla sicurezza per far fronte alla concorrenza del mercato. Per queste micro imprese rinunciare alla sicurezza significa avere più competitività sul mercato. Tra le cause di infortunio nelle micro imprese troviamo spesso la poco diffusa pratica gestionale dei rischi nonchè il turnover troppo rapido del personale che in tal modo non matura mai adeguate competenze operative sui rischi. È un dato di fatto che in tutte quelle imprese, compresi teatri, service e società di servizi in genere, ove sussistono continuità lavorativa, esperienza e professionalità gli infortuni sono minimi o addirittura nulli.

Per capire quanto la prevenzione sia importante proviamo a farci un'idea di quanto costa un'infortunio ad un azienda. Un buon sistema può essere quello di effettuare qualche stima economica, fornendo una visione realistica dei costi complessivi che ricadono sulle aziende. Definiamo costi diretti quelli associati in modo univoco all'oggetto di costo considerato quale l'incidente, l'infortunio o la malattia professionale:
- Costi medici per l'infortunato (spese ospedaliere, consulti medici, riabilitazione, medicinali);
- Integrazione dei salari per la quota non coperta da assicurazioni;
- Danni subiti ai mezzi di produzione (macchinari, attrezzature, edifici, veicoli);
- Valore della produzione per le interruzioni causate dagli incidenti;
- Eventuale perdita di produttività del lavoratore infortunato dopo il suo ritorno al lavoro.

I costi indiretti non vengono invece definiti secondo un rapporto di univocità ed è necessario ricorrere ad un metodo di allocazione. Tra essi troviamo:
- Assenteismo o assenza per malattia;
- Riduzione della flessibilità e capacità di far fronte a situazioni impreviste;
- Rotazione del personale: costi di sostituzione, formazione supplementare, perdita di produttività,  annunci, procedure di assunzione;
- Pensionamento anticipato e invalidità: ammende e indennità;
- Riabilitazione non medica: importo speso dal datore di lavoro per facilitare il ritorno al lavoro (consulenza, formazione, adeguamento del posto di lavoro);
- Amministrazione delle assenze: attività manageriali che devono essere svolte dalla società in relazione all'assenza per malattia;
- Materiale danneggiato.
 
Ci sono poi altri costi non connessi alla salute tra cui:
- Tempo e denaro spesi per indagini sulle lesioni, valutazione del posto di lavoro;
- Responsabilità: lavoratori o compagnie di assicurazione hanno diritto al risarcimento dei danni derivanti da lesioni sul lavoro o da malattie professionali;
- Differenziazione dei premi: le compagnie di assicurazione o i fondi pubblici adeguano i premi in caso di aumento del rischio;
- Sanzioni legali, multe: gli organi di vigilanza possono 
infliggere sanzioni, esigere miglioramenti ovvero l'arresto temporaneo della produzione;
- Retribuzioni supplementari, compenso per compiti pericolosi;
- Tempo di produzione perso, servizi non forniti: produzione persa a causa di un evento che ha causato lesioni (ad es. perché è necessario un certo tempo per sostituire una macchina o perché la produzione deve essere interrotta durante l'indagine);
- Costi opportunità: ordinazioni perdute, competitività nel mercato;
- Assenza di redditività di capitale investito: importo delle spese dovute ad incidenti non investito in attività che generano profitto;
- Regole di mercato: Capacità attrattiva di nuovo personale, perdita di appalti, incidenza sull'immagine aziendale.

Da questo corposo elenco si capisce perché conviene investire in prevenzione anche in considerazione del fatto che la dimensione dei costi indiretti è in relazione inversa alla gravità dell'infortunio. Meno grave è l'infortunio, maggiore sarà il rapporto dei costi indiretti su quelli diretti (4 o 5 volte maggiore). L'alto tasso di mortalità sul lavoro e la frequenza degli infortuni hanno un costo sociale che secondo l'Inail è di 45,5 miliardi di euro per la sola
Italia. Il 3.2% del Pil (dati riferiti all'anno 2010). Per le aziende gli infortuni sul lavoro rappresentano un onere economico notevole. Alcuni di questi costi, come la perdita di giornate lavorative o la perdita di profitto, sono evidenti e sono facilmente quantificabili. Per fare un calcolo approssimativo di quanto costano gli infortuni possiamo fare riferimento ad alcuni siti che effettuano una valutazione dei costi che un'azienda deve affrontare in seguito a infortuni o malattie professionali. Uno di questi siti è quello della OSHA $icurezza:
Pays www.osha.gov/dcsp/smallbusiness/safetypays/estimator.html. Questo sistema utilizza il margine di profitto di una società, i costi medi di un infortunio o malattia e un costo indiretto moltiplicatore che proietta la quantità di vendite che un'azienda avrebbe bisogno di generare al fine di coprire tali costi. Le aziende possono utilizzare queste informazioni per predire gli effetti diretti e indiretti degli infortuni e delle malattie professionali e le vendite stimate necessarie per compensare tali perdite.

Dopo aver trattato l'incidenza economica degli infortuni proviamo ora a portare un esempio positivo che ci aiuti a capire quanto la prevenzione sia importante. 
In Svizzera è stato condotto un programma di prevenzione che interessava i lavoratori che operano su scale. 
Il programma prevedeva un pacchetto di formazione costato 2,2 milioni USD. Dopo il primo anno si è avuta una riduzione di infortuni di 500 unità. Considerando che un incidente per caduta da scala comporta costi (assicurativi, amministrativi e produzione persa) per 8.600 USD vediamo che la riduzione di 500 infortuni ha portato un risparmio di 4.3 milioni USD (fonte ILO anno 2009). Quindi, a fronte di una spesa di 2,2 milioni, abbiamo avuto un risparmio di 4,3 milioni in un solo anno!

Quanto detto invita tutti a riflettere sul modo di adattare al meglio l'esempio svizzero alla realtà in cui operiamo cercando di entrare nell'ottica che una buona azienda investe in prevenzione e vuole i propri collaboratori sempre più formati e coscienti dei rischi lavorativi.

Giuseppe Patti

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