domenica 5 febbraio 2012
L’illuminazione di servizio e di sicurezza nei locali di pubblico spettacolo
Questo post è tratto da un mio articolo pubblicato sul n. 6/2010 della rivista Backstage edita da Tecniche Nuove Milano.
Al contrario delle luci di scena, che rientrano nella parte artistica di uno spettacolo, l’illuminazione di servizio, le luci blu e le luci di emergenza vengono posizionate in base a criteri strutturali e di sicurezza. Le norme di buona tecnica ci dicono che la zona di lavoro deve essere ampia, ben illuminata e priva di ostacoli. Come sappiamo invece in scena si opera spesso in condizioni di scarsa illuminazione e in spazi ristrettissimi e da un antico detto dei macchinisti capiamo subito qual’è il punto di partenza: "un bravo macchinista deve saper lavorare anche al buio!".
Quando entriamo in un palcoscenico ci veniamo a trovare in un mondo particolare dove è facile imbattersi in situazioni di potenziale pericolo e delle volte al di fuori delle regole. Tra i rischi presenti in un locale dove si fa spettacolo troviamo quello dell’illuminazione che spesso non copre uniformemente l’ambiente di lavoro.
A stabilire i requisiti di illuminotecnica relativi ai luoghi di lavoro ci pensa la Norma UNI EN 12464-1 che, pur non occupandosi di aspetti di salute e sicurezza, ci fornisce utili riferimenti per stabilire i criteri per una corretta illuminazione al fine di ottenere il miglior livello di confort visivo. Di salute e sicurezza si occupa invece il Titolo II del D.Lgs. 81/08 dove l’art. 62 al punto 1 lettera a), ci fornisce una definizione di luoghi di lavoro intesi come “luoghi destinati a ospitare posti di lavoro, ubicati all’interno dell’azienda o dell’unità produttiva, nonché ogni altro luogo di pertinenza dell’azienda o dell’unità produttiva accessibile al lavoratore nell’ambito del proprio lavoro”. L’art. 63 ci dice sommariamente quali devono essere i requisiti di salute e sicurezza di un luogo di lavoro e ci rimanda all’Allegato IV che vi entra nello specifico. Al fine del nostro lavoro ci interesserà considerare la parte relativa al punto 1.10 dell’allegato IV che recita: “a meno che non sia richiesto diversamente dalle necessità delle lavorazioni e salvo che non si tratti di locali sotterranei, i luoghi di lavoro devono disporre di sufficiente luce naturale. In ogni caso, tutti i predetti locali e luoghi di lavoro devono essere dotati di dispositivi che consentano un’illuminazione artificiale adeguata per salvaguardare la sicurezza, la salute e il benessere dei lavoratori”. Per descrivere e valutare l’illuminazione di un ambiente di lavoro facciamo riferimento ad alcune grandezze fondamentali tra cui:
- il flusso luminoso ossia la quantità di energia luminosa emessa da una determinata sorgente nell'unità di tempo. L'unità di misura è il lumen (lm);
- l’efficienza luminosa ossia il rapporto tra il flusso luminoso totale, emesso da una sorgente e la potenza totale in ingresso alla sorgente stessa. Questa grandezza è normalmente espressa in lumen/watt;
- l’illuminamento che, facendo riferimento ad una superficie illuminata, esprime il flusso luminoso che raggiunge l’unità di tale superficie. Questo si misura normalmente in lux;
- l’intensità luminosa ossia la grandezza che esprime il flusso luminoso di una sorgente in una determinata direzione. Essa viene espressa in candele;
- la luminanza che, facendo riferimento all’unità di superficie che emette o riflette luce, esprime il rapporto tra l’intensità luminosa, prodotta in una determinata direzione e l’area di proiezione di questo elemento di superficie nella direzione prescelta. Essa fa riferimento alla sensazione relativa di luminosità provata osservando la porzione di superficie in esame e confrontando la stessa con le superfici adiacenti. Questa grandezza è normalmente espressa in nit e viene indicata con Lv la cui unità di misura è la candela al metro quadrato (cd/m2).
Quando effettuiamo una valutazione fotometrica di un luogo di lavoro e cioè quantificano l'emissione luminosa in termini della risposta del sistema visivo umano, il quale presenta sensibilità non uniforme alle diverse lunghezza d’onda, la grandezza
più importante è la luminanza perché è direttamente correlata alla percezione visiva. In fotometria viene definita superficie di Lambert, dal nome del fisico Johann Heinrich Lambert, quella particolare superficie per la quale la luminanza è costante in tutte le direzioni.
L’illuminazione durante i montaggi e gli smontaggi:
La maggior parte delle scenografie moderne vengono realizzate in legno e ferro e richiedono quindi un assemblaggio eseguito mediante bulloni e dadi di piccole dimensioni. La Norma ISO 8995 definisce queste procedure come “compiti con requisiti visivi di precisione” e prevede un illuminamento compreso tra 500 e 1000 lux. Al fine di ottenere una buona illuminazione è necessario dotarci di un impianto luci di servizio di tipo industriale regolato da quadri elettrici ed interruttori.
I corpi illuminanti (solitamente dotati di lampade a scarica, ma anche le alogene ed i neon sono molto usati) devono essere posizionati in modo da non essere coperti dalle parti di scenografia (comprese le quinte). Per questo motivo è utile decidere la loro posizione in fase di progettazione. Il palcoscenico, i ballatoi e la graticcia devono essere illuminati da una luce generale che non lasci alcuno spazio buio.
L’illuminazione di servizio durante le prove:
Durante le prove (compresi i puntamenti delle luci) sarebbe opportuno non eseguire altri lavori ma spesso, a causa dei tempi ristretti, si rende necessario che coloro che in quel momento non si trovano impiegati nelle prove si occupino di altri lavori.
In questo caso devono essere presenti luci localizzate che illuminino le aree di lavoro. Nel caso in cui non esista la possibilità di ottenere una illuminazione di questo tipo (pensiamo ad una scena che prenda tutto lo spazio) è meglio non eseguire altri lavori. L’organizzazione del lavoro dovrebbe essere pianificata affinché si riduca al minimo indispensabile l’attività non connessa alle prove in corso.
L’illuminazione di servizio durante gli spettacoli:
Luci blu e illuminazione d’emergenza.
Tutti i teatri sono dotati di un impianto di luci blu indipendente dagli altri impianti. Questo illumina tutti gli spazi generalmente chiamati “dietro le quinte” ed è costituito da una serie di punti luce (molto usate sono le tartarughe) che montano lampade a tungsteno ultimamente sostituite da quelle a basso consumo o led. In base alle esigenze della scena o alla posizione delle quinte, i servizi blu possono essere posizionati alle pareti o per terra come segnapasso.
Sempre l’Allegato IV del D.Lgs. 81/08 ci dice che “ I luoghi di lavoro nei quali i lavoratori sono particolarmente esposti a rischi in caso di guasto dell’illuminazione artificiale, devono disporre di un’illuminazione sussidiaria di sufficiente intensità” (par. 1.10.7.1). Questa illuminazione deve essere fornita con mezzi di sicurezza (generalmente UPS) atti ad entrare immediatamente in funzione in caso di necessità e deve garantire una illuminazione sufficiente per intensità e durata. Nel caso in cui questi dispositivi non prevedano l’attivazione automatica, i dispositivi di accensione devono essere facilmente raggiungibili e le istruzioni devono essere rese manifeste al personale mediante appositi avvisi (par. 1.10.7.3).
Il dubbio sulla differenza tra illuminazione di sicurezza ed illuminazione di emergenza viene chiarito, in via definitiva, con l’entrata in vigore della Norma UNI EN 1838 (sull’illuminazione di emergenza) del marzo 2000 che definisce in maniera chiara e sintetica quali siano i tipi di illuminazione più idonea, distinguendone le varie funzioni.
L’illuminazione di emergenza è quella che entra in funzione quando viene a mancare quella principale. Questa viene alimentata da una sorgente di energia indipendente (UPS o gruppo elettrogeno) e comprende sia l’illuminazione di sicurezza che quella di riserva.
L’Illuminazione di sicurezza fornisce un livello di illuminazione adeguato alla mobilità in sicurezza delle persone. Essa deve, non solo rendere visibile il locale, ma anche illuminare le indicazioni segnaletiche poste sulle uscite e lungo le vie di esodo, in modo da identificare in maniera immediata il percorso da seguire per giungere in un luogo sicuro. Nei locali di spettacolo e di trattenimento in genere con capienza superiore a 100 posti il sistema di illuminazione di sicurezza deve garantire una affidabile segnalazione delle vie di esodo, deve avere alimentazione autonoma, centralizzata o localizzata, che, per durata e livello di illuminamento, consenta un ordinato sfollamento. Il DM 19/08/96, al titolo XIII recita che: “L'alimentazione di sicurezza deve essere automatica ad interruzione breve (minore o uguale a 0,5 s) per gli impianti di rivelazione, allarme e illuminazione. Il dispositivo di carica degli accumulatori deve essere di tipo automatico e tale da consentire la ricarica completa entro 12 ore. L'impianto di illuminazione di sicurezza deve assicurare un livello non inferiore a 5 lux ad un metro di altezza dal piano di calpestio lungo le vie di uscita, e non inferiore a 2 lux negli altri ambienti accessibili al pubblico”.
Da questo Decreto sono esclusi i luoghi all'aperto (piazze e aree urbane prive di strutture specificatamente destinate allo stazionamento del pubblico per assistere a spettacoli e manifestazioni varie, anche con uso di palchi o pedane per artisti, purchè di altezza non superiore a m 0,8 e di attrezzature elettriche, comprese quelle di amplificazione sonora, purché installate in aree non accessibili al pubblico);
i locali, destinati esclusivamente a riunioni operative, di pertinenza di sedi di associazioni ed enti; i pubblici esercizi dove sono impiegati strumenti musicali in assenza dell'aspetto danzante e di spettacolo; i pubblici esercizi in cui è collocato l'apparecchio musicale “karaoke” o simile, a condizione che non sia installato in sale appositamente allestite e rese idonee all'espletamento delle esibizioni canore ed all'accoglimento prolungato degli avventori, e la sala abbia capienza non superiore a 100 persone; i pubblici esercizi dove sono installati apparecchi di divertimento, automatici e non, in cui gli avventori sostano senza assistere a manifestazioni di spettacolo (sale giochi).
L’illuminazione di riserva serve per continuare, senza sostanziali interruzioni, le stesse attività che si stavano facendo durante il funzionamento dell’illuminazione normale. Solitamente serve per consentire agli apparecchi computerizzati (ad esempio le consolle luci ed i mixer audio) di salvare il lavoro svolto senza rischiare di perdere gli ultimi dati.
L’illuminazione rappresenta uno dei principali fattori ambientali atti ad assicurare il benessere nei luoghi di lavoro. Avere una corretta illuminazione contribuisce all'incremento della produttività, migliora il clima aziendale e riveste grande importanza nella prevenzione degli infortuni sul lavoro. Se possibile è importante privilegiare l’illuminazione naturale e proprio per questo è utile curare la manutenzione dei dispositivi che consentono di aprire e chiudere le tende (anche se poste ad altezze elevate) e fare in modo che le parti di scenografia non ostacolino l’apertura delle stesse. Affrontare tutto questo in fase di progettazione ci consentirà di ottenere ottimi risultati con un notevole risparmio di tempo.
Giuseppe Patti
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