mercoledì 16 dicembre 2015

Quando un paranco a catena è da rottamare



Continuano le preziose pubblicazioni di Lorenzo Ortolani e Cristiano Giavedoni, che ci accompagnano ancora una volta nel mondo dei paranchi e dei motori. Questa volta Cristiano Giavedoni affronta un tema cruciale: la vita utile di un motore e il momento in cui è necessario procedere alla sua rottamazione.

L’articolo originale, pubblicato su BackStage (rivista edita da Tecniche Nuove, a cui va il nostro ringraziamento per l’autorizzazione alla pubblicazione), è disponibile al seguente [Link].

Aspettativa di vita di un paranco a catena

di Cristiano Giavedoni (ottobre 2015)

Tempo fa, durante una conversazione con il titolare di un service che gestisce centinaia di paranchi elettrici a catena, emerse un episodio che segnò profondamente la sua percezione della sicurezza. Durante un’installazione, un componente del meccanismo di sollevamento si ruppe, causando il rilascio del carico sospeso e di parte della macchina stessa. Fortunatamente non ci furono feriti, ma l’evento sollevò dubbi sulla sicurezza delle macchine garantite “a vita”.

La riflessione si spostò allora su cosa significhi davvero “vita” di un paranco. Questi apparecchi sono progettati per operare in piena sicurezza per un determinato periodo, calcolato in base alle condizioni di utilizzo previste. Tale periodo è noto come periodo di funzionamento sicuro (SWP), e varia a seconda della classificazione FEM (o ISO) del paranco, indicata nel manuale e sulla targhetta.

Classi FEM e durata teorica

Le classi più comuni nello spettacolo sono 1Bm, 1Am e 2m, con le seguenti durate teoriche di vita in ore di utilizzo:

  • 1Bm = 400 ore

  • 1Am = 800 ore

  • 2m = 1600 ore

La classe di un paranco determina dunque la sua aspettativa di vita, che è un valore tecnico dichiarato dal fabbricante. Nel caso citato, il paranco in questione aveva 17 anni, ma non era stato registrato né il libretto d’uso né l’utilizzazione teorica, fondamentali per valutare la sua reale “età”.

Come si calcola l’età effettiva di un paranco?

A differenza degli esseri umani, la “vecchiaia” di una macchina dipende da fattori complessi come il carico sollevato, la durata dei cicli di lavoro e il modo di registrazione di questi dati.
La norma FEM 9.755 distingue tre modalità di registrazione dell’utilizzo:

  • Registrazione strumentale (f=1.0)

  • Documentazione con contatori (f=1.1)

  • Documentazione senza contatori (f=1.2)

Il valore S, che rappresenta l’utilizzo effettivo, si calcola come:
S = Kmi × Ti × f,
dove Kmi è lo spettro di carico relativo, Ti le ore effettive di lavoro e f il coefficiente di registrazione.

Ad esempio, un paranco classe 1Bm utilizzato con carico pari al 25% della portata per 5 minuti (0,084 ore) in un ciclo corrisponde a circa 0,021 ore di utilizzo reale con registrazione strumentale.

La realtà dello spettacolo e dell’industria

I paranchi industriali, usati quotidianamente per brevi cicli, “invecchiano da dentro verso fuori”, mentre quelli per spettacolo, usati a periodi alterni e trasportati spesso in condizioni variabili, “invecchiano da fuori verso dentro”.

Nel caso specifico, nonostante la manutenzione regolare, l’assenza di una corretta registrazione dell’utilizzo ha portato il paranco oltre il suo periodo di funzionamento sicuro, causando il guasto.

Conclusioni

Ogni paranco elettrico a catena deve essere ritirato dal servizio al termine del periodo di funzionamento sicuro indicato dalla classe FEM o ISO, pena rischi elevati per la sicurezza. La Direttiva Macchine 2006/42/EC impone al costruttore di conservare la documentazione tecnica per 10 anni dall’ultima data di fabbricazione, dopo i quali non è più obbligato a fornire assistenza tecnica.

Nel caso del service, il paranco di classe FEM 1Am avrebbe dovuto essere dismesso dopo circa 800 ore di utilizzo; 17 anni di servizio senza registrazioni precise hanno invece portato a un incidente evitabile.




 

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