Qualche giorno fa ho partecipato a una lezione di Elena Balboni sul riequilibrio muscolare e posturale, tenuta presso la palestra Solaris di Bologna. La lezione, della durata di circa un’ora, mi ha colpito molto positivamente. Ho potuto assistere a una disciplina sperimentale che fondeva con armonia diverse tecniche, come yoga, pilates e bioenergetica.
I cinque partecipanti erano invitati a compiere movimenti spontanei, apparentemente anarchici ma sempre controllati, senza timidezza né paura. Elena, con tono rassicurante e incoraggiante, guidava questi movimenti verso schemi noti, per poi lasciarli liberi di esplorare gli spazi naturali del proprio corpo. La sala della palestra si era trasformata in un ambiente avvolgente, quasi sacro, dove tutti noi — me compreso — potevamo liberare il corpo dalle armature che quotidianamente indossiamo.
Durante la lezione, ai partecipanti veniva anche chiesto di utilizzare, in modo personale e creativo, vari oggetti come sgabelli, palloni e tappetini di diverse tipologie. La parte finale è stata dedicata a esercizi di stretching e rilassamento, guidati da Elena stessa. Al termine ho avuto l’opportunità di scambiare qualche parola con la maestra, che mi ha raccontato di come alcuni partecipanti si siano sorpresi nel riuscire a compiere movimenti che mai avrebbero immaginato di poter fare.
Ho scelto di partecipare a questa lezione — dopo averlo già fatto tempo fa con il pilates — perché credo sia fondamentale che le aziende inizino a prestare attenzione a tematiche che negli Stati Uniti sono ormai consolidate da anni. Avere lavoratori in buona forma fisica significa avere un’azienda più produttiva e un clima lavorativo più positivo. L’attività fisica infatti modifica il metabolismo e stimola il rilascio di endorfine, sostanze che migliorano l’umore.
L’attività fisica è una preziosa alleata della salute: la sedentarietà è uno dei principali fattori di rischio per la mortalità. In Italia, le malattie cardiovascolari causano circa 240.000 decessi all’anno, pari al 44% di tutti i decessi. Basti pensare che basta camminare mezz’ora, tre volte a settimana, per ridurre del 40% il rischio di malattie cardiovascolari.
Negli Stati Uniti, più dell’80% delle aziende con oltre 50 dipendenti ha adottato programmi di “corporate wellness” dedicati al miglioramento della salute dei lavoratori. Uno studio condotto su 60 stabilimenti della DuPont ha mostrato che, nei 41 stabilimenti che hanno adottato questi programmi, le assenze per malattia sono diminuite del 14%. La possibilità di svolgere attività fisica direttamente nella palestra aziendale riduce inoltre gli errori sul lavoro e migliora il morale dei dipendenti.
Tutto ciò si traduce in vantaggi concreti per l’azienda, in particolare nella riduzione dei costi sanitari e dell’assenteismo.
Ho voluto tornare a riflettere su questo tema perché lo ritengo davvero importante. Un lavoratore fisicamente in forma e mentalmente sereno può fare la differenza in qualsiasi realtà lavorativa, teatro compreso. Iniziare questo percorso è una sfida che vale assolutamente la pena affrontare.
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