mercoledì 27 aprile 2016
Camerini provvisori in palcoscenico
Spesso la necessità di effettuare dei cambi di costume veloci ci mette davanti l'esigenza di costruire camerini provvisori in palcoscenico. Questo soprattutto nel balletto classico. Ma realizzarli è regolare? La normativa in vigore ci dice di no. Infatti vediamo che " I camerini ed i cameroni devono essere ubicati esternamente ai muri perimetrali della scena.
Le comunicazioni dei camerini e cameroni con la scena e con l’esterno devono avvenire attraverso i corridoi di disimpegno e le scale.
Nessuna installazione, neppure provvisoria, di camerini e cameroni è consentita nella scena propriamente detta, ivi compreso il sottopalco, salvo che quest’ultimo sia dotato di proprie uscite dirette verso luogo sicuro e costituisca un compartimento antincendio di classe REI 120".
Quali caratteristiche di reazione al fuoco devono avere i materiali
REAZIONE AL FUOCO DEI MATERIALI
Le caratteristiche di reazione al fuoco dei materiali devono essere le seguenti:
a) negli atri, nei corridoi, nei disimpegni, nelle rampe, nei passaggi in genere e nelle vie di esodo, è consentito l’impiego dei materiali di classe 1 in ragione, al massimo, del 50% della loro superficie totale (pavimento + pareti + soffitti + proiezioni orizzontali delle scale); per le restanti parti debbono essere impiegati materiali di classe 0;
b) in tutti gli altri ambienti è consentito che i materiali di rivestimento dei pavimenti siano di classe 2 e che gli altri materiali di rivestimento siano di classe 1;
c) i materiali suscettibili di prendere fuoco su entrambe le facce (tendaggi e simili) devono essere di classe di reazione al fuoco non superiore a 1;
d) le poltrone ed i mobili imbottiti devono essere di classe 1 IM;
e) i sedili non imbottiti costituiti da materiali combustibili devono essere di classe non superiore a 2;
f) i materiali isolanti in vista, con componente isolante direttamente esposto alle fiamme, devono essere di classe di reazione al fuoco non superiore a 1; nel caso di materiale isolante in vista, con componente isolante non direttamente esposto alle fiamme, sono ammesse le classi di reazione al fuoco 0-1, 1-0,1-1;
g) i materiali di rivestimento combustibili, ammessi nelle varie classi di reazione al fuoco, devono essere messi in opera in aderenza agli elementi costruttivi o riempiendo con materiale incombustibile eventuali intercapedini. Ferme restando le limitazioni di cui alla precedente lettera a), è consentita l’installazione di controsoffitti nonché di materiali di rivestimento e di materiali isolanti in vista, posti non in aderenza agli elementi costruttivi, purché abbiano classe di reazione al fuoco non superiore ad 1 e siano omologati tenendo conto delle effettive condizioni di impiego anche in relazione alle possibili fonti di innesco;
h) i materiali di cui alle lettere precedenti devono essere omologati ai sensi del decreto del Ministro dell’interno 26 giugno 1984 (S.O. Gazzetta Ufficiale n. 234 del 25 agosto 1984);
i) qualora siano previsti effettivi accorgimenti migliorativi delle condizioni globali di sicurezza dei locali rispetto a quanto previsto dal presente decreto, quali efficaci sistemi di smaltimento dei fumi asserviti ad impianti di rivelazione automatica degli incendi e/o impianti di spegni-mento automatico, può consentirsi l’impiego di materiali di classe 1, 2 e 3 in luogo delle classi 0, 1 e 2 precedentemente indicate, con esclusione dei tendaggi, controsoffitti e materiali di rivestimento posti non in aderenza per i quali è ammessa esclusivamente la classe 1, nonché delle poltrone e dei mobili imbottiti per i quali è ammessa esclusivamente la classe 1 IM;
l) è consentita la posa in opera, a parete e a soffitto, di rivestimenti lignei opportunamente trattati con prodotti vernicianti omologati di classe 1 di reazione al fuoco, secondo le modalità e le indicazioni contenute nel decreto del Ministro dell’interno 6 marzo 1992 (Gazzetta Ufficiale n. 66 del 19 marzo 1992);
m) per il palcoscenico e la sala è ammesso il pavimento in legno; negli altri ambienti tale tipo di pavimento può essere consentito purché stabilmente aderente a strutture non combustibili o rivestite con materiali di classe 0;
n) è consentito l’impiego del legno per i serramenti esterni ed interni;
o) i lucernari devono avere vetri retinati oppure essere costruiti in vetrocemento o con ma-teriali combustibili purché di classe 1 di reazione al fuoco;
p) i materiali isolanti installati all’interno di intercapedini devono essere incombustibili. È consentita l’installazione di materiali isolanti combustibili all’interno di intercapedini delimitate da strutture realizzate con materiali incombustibili ed aventi resistenza al fuoco almeno REI 30.
REAZIONE AL FUOCO DEL MATERIALE SCENICO
Per la realizzazione degli scenari fissi e mobili (quinte, velari, tendaggi e simili) è ammesso l’impiego di materiali combustibili di classe di reazione al fuoco non superiore a 2.
È consentito l’impiego di materiali di classe superiore a 2 a condizione che siano previsti effettivi accorgimenti migliorativi delle condizioni globali di sicurezza della scena, quali efficaci sistemi di smaltimento dei fumi asserviti ad impianti di rivelazione automatica degli incendi e/o impianti di spegnimento automatico.
In alternativa la classe di reazione al fuoco può essere attribuita senza l’esecuzione dei metodi di preparazione e manutenzione di cui all’allegato 6 al decreto del Ministro dell’interno 26 giugno 1984, con la produzione della relativa documentazione probante.
Di tale circostanza deve essere fatta menzione nel certificato di prova la cui validità è comunque limitata a sei mesi con l’obbligo di non effettuare lavaggi o altre operazioni di manutenzione che possano alterare le caratteristiche di reazione al fuoco.
Nei locali con scena di tipo integrato nella sala, i materiali allestiti nell’area scenica devono essere di classe di reazione al fuoco non superiore a 1.
mercoledì 20 aprile 2016
La valutazione dei rischi non basta più
La crisi di bilancio dei teatri, l'invecchiamento dei lavoratori, gli organici tecnico e amministrativi ridotti dalla legge Bray, il blocco del turnover e l'inevitabile ingresso di nuovi lavoratori precari impone l'esigenza di aprire una seria riflessione sulla strada fin ora percorsa e quella da percorrere in tema di salute e sicurezza sul lavoro in palcoscenico.
La valutazione dei rischi, che fino ad oggi è stata centrale nel miglioramento della prevenzione e della tutela della salute e sicurezza dei lavoratori, potrebbe non esser più sufficiente a fronteggiare una passaggio, forse epocale, come quello che si sta verificando. Per noi RSPP questa e' una sfida ardua e stimolante allo stesso tempo; una sfida che non può prescindere da un impegno decisamente più consistente a cominciare dal tempo che si dedica a questa attività. Altro aspetto da cui non si può prescindere è sicuramente quello dell'ammodernamento tecnologico: i posti di lavoro dovranno essere sempre più sicuri limitando al minimo rischi come la movimentazione manuale dei carichi o il lavoro in altezza. Altro aspetto decisivo dovrà esser quello della formazione che dovrà diventare un aspetto prioritario a partire dalla programmazione della stagione artistica. La formazione và programmata almeno un anno prima. Sta di fatto che i fattori di rischio fin ora fronteggiati e ridotti da misure compensative dovranno essere eliminati del tutto così da rendere i palcoscenici dei teatri luoghi molto più sicuri di quanto non lo siano attualmente.
domenica 10 aprile 2016
Un momento di difficoltà
Credo che per un lavoratore sia più importante il clima aziendale che si respira nel proprio luogo di lavoro che il salario o i benefit che percepisce.
Anche se Aristotele pensava che chi si guadagnava da vivere non potesse essere considerato libero e la cristianità vedeva la fatica come una punizione per il peccato di Adamo ed Eva per molti il lavoro è la chiave della propria identità.
La realizzazione di opere straordinarie è sicuramente più appagante dell'ozio Aristotelico ed infatti i filosofi dell'800, come Rousseau e Diderot, dissero che la vita lavorativa poteva essere centrale per la ricerca della felicità. Nietzsche capì che i nostri problemi si aggravano quando ci agitiamo per la nostra preoccupazione e la sua ricetta era quella di accettare la sofferenza come una tappa necessaria per raggiungere degli obiettivi di valore. Soffrire, continia Nietzsche, è normale ed i progetti più appaganti passano attraverso un certo grado di tormento. Nessuno sa creare un'opera d'arte senza esperienza e negli intervalli tra i primi fallimenti e la riuscita finale si impongono dispiaceri, ansia, invidia, umiliazione: credere che il successo arrivi subito e soprattutto resti immutato per sempre ci può portare a fare dei passi indietro di fronte alle sfide presenti e future.
Forse è davvero arrivato il momento di rimetterci tutti in gioco e non dare più nulla per scontato. Iniziamo a guardare anche alle opportunità che possono arrivare dai momenti di crisi e non lasciamoci prendere dallo sconforto. Affrontiamo il presente non mettendo mai da parte valori come solidarietà, altruismo e partecipazione.
sabato 9 aprile 2016
Paranchi e valutazione dei rischi
Nei precedenti articoli abbiamo parlato dei motori e della normativa tedesca BGV. Abbiamo parlato dei D8, dei D8+ e dei sistemi C1. Questa normativa non è obbligatoria nel nostro Paese ma è sicuramente quella a cui tendiamo.
Purtroppo i sistemi tecnolici di molti teatri non ci consentono di raggiungere quegli standard e qui entra in gioco la valutazione dei rischi ed il metodo di lavoro tradizionale (il mestiere) tipico delle maestranze italiane. E' anche vero che, come sostengono diversi tecnici, non esistono sistemi assolutamente sicuri e non esistono sistemi che assolutamento non lo siano.
Un'attenta analisi dei rischi e l'implementazione di idonee misure di sicurezza alternative possono risolvere, molto spesso, i problemi tipici che ci troviamo normalmente ad affrontare. Le condizioni inprescindibili per far questo sono: il tempo e la collaborazione di tutti a cominciare dal regista.
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