lunedì 23 novembre 2015

Tecnologie di sollevamento – Paranchi e Controlli




 

Motori Puntuali e Paranchi nel Teatro Moderno: Innovazioni e Normative

Sempre più frequentemente, nei teatri e nei locali di spettacolo, i tradizionali contrappesi vengono sostituiti con motori puntuali per diversi motivi: risparmio di tempo, riduzione del personale necessario, maggiore sicurezza e conformità alle normative vigenti. Tuttavia, orientarsi nel complesso panorama normativo europeo che regolamenta questi sistemi richiede un’attenta analisi e la composizione di un vero e proprio puzzle normativo.

Diversi mesi fa, sulle pagine di BackStage, Lorenzo Ortolani ha pubblicato un articolo di Domenico Nicolamarino che approfondisce il tema dei paranchi e dei relativi controlli, basato su un’intervista a Cristiano Giavedoni, tecnico tra i più autorevoli a livello europeo nel settore.

Evoluzione Tecnologica e Vantaggi Operativi

La tecnologia di sollevamento dei carichi scenici ha compiuto notevoli progressi, beneficiando non solo la regia e la scenotecnica, ma anche la produzione, che vede ridotti i tempi di allestimento. Oggi i paranchi sono integrati con protocolli di controllo e comunicazione in rete LAN, permettendo il monitoraggio in tempo reale dei carichi sospesi. Questi sistemi segnalano anomalie come sovraccarichi o inceppamenti e attivano meccanismi di blocco di sicurezza in caso di guasti.

La regolazione continua della velocità di sollevamento è fondamentale per evitare scatti o sbalzi, che potrebbero compromettere la sicurezza e la fluidità visiva del movimento scenico. I paranchi utilizzano motori con sistemi auto-frenanti e doppi freni indipendenti, limitatori di carico meccanici o elettronici, e riduttori montati in bagno d’olio per garantire prestazioni meccaniche ottimali, anche in caso di sovraccarico.

I modelli più diffusi nel settore sono il D8+ e il BGV-C1, entrambi con elevati standard di sicurezza quali la resistenza meccanica ai sovraccarichi, blocco automatico e controllo del frenaggio.


Intervista a Cristiano Giavedoni: Sicurezza e Normative

  • Paranco D8+
    Il D8+ deve avere un coefficiente di sicurezza meccanico pari a 10:1, cioè la capacità minima di rottura è dieci volte superiore alla portata nominale. È dotato di doppi freni e di un dispositivo di limitazione del carico (meccanico o elettronico).
    Può mantenere sospesi carichi sopra le persone senza ulteriori sistemi di sicurezza secondaria (ad es. funi di sicurezza), ma non è consentito muovere carichi sopra persone senza adeguate precauzioni.
    Se si utilizzano più D8+ in simultanea (oltre tre), devono rispettare condizioni aggiuntive di sicurezza, tra cui il blocco automatico di tutti i paranchi se uno supera il 120% del carico.

  • Paranco BGV-C1
    Si tratta di un modello per installazioni permanenti, che incorpora tutte le caratteristiche del D8+ e aggiunge:

    1. Fine corsa di lavoro e di emergenza per evitare sganci accidentali della catena.

    2. Encoder per il posizionamento e sincronizzazione automatica in sistemi con più paranchi.
      Questi dispositivi devono essere integrati in sistemi di controllo con protezioni adeguate, specialmente quando movimentano carichi sopra le teste delle persone.


Livello di Integrità di Sicurezza (SIL)

I dispositivi elettrici ed elettronici programmabili sono valutati in base al livello di integrità di sicurezza (SIL 0-3), definito dalle normative IEC ISO EN 61508 e EN 62061. Ad esempio, un pulsante di emergenza deve essere cablato in un sistema con un SIL adeguato per garantire la tolleranza al rischio.

Tuttavia, l’affidamento eccessivo a sistemi SIL2 o SIL3 può portare a trascurare attività fondamentali quali analisi dei rischi, test e manutenzione, che restano pilastri insostituibili della sicurezza.


Sistemi Ethernet e Automazione

L’adozione di reti Ethernet per il controllo dei paranchi consente la trasmissione rapida e affidabile di grandi quantità di dati da molteplici sensori (celle di carico, encoder, fine corsa), essenziali per il corretto funzionamento di funzioni di sicurezza come il blocco in caso di sovraccarico o la prevenzione delle collisioni.

La velocità di lettura e risposta, nell’ordine di millisecondi, è cruciale per evitare danni strutturali e garantire interventi tempestivi in caso di anomalie.



Per visualizzare l'articolo originale di BackStage clicca qui

domenica 22 novembre 2015

I CONTRAPPESI NON INGABBIATI. SUGGERIMENTI DI SICUREZZA





Realizzare un contrappeso non significa solo permettere a una sola persona di muovere carichi di centinaia di chili, ma soprattutto garantire la fluidità del movimento, che si percepisce come un’apparente assenza di peso. La regolazione della velocità e della delicatezza del movimento dipende in gran parte dalla capacità e sensibilità del macchinista, un controllo fine che non può essere replicato nemmeno dal più sofisticato sistema elettrico o motore puntuale. Per questo motivo, in alcuni casi, si preferisce contrappesare anche elementi scenici relativamente leggeri, poiché la fluidità e la naturalezza del movimento garantite dal sistema contrappesato restano un’autentica magia del palcoscenico.

La realizzazione e la gestione di un contrappeso richiedono grande specializzazione ed esperienza, soprattutto perché si tratta di carichi sospesi che comportano rischi rilevanti. È quindi fondamentale adottare misure preventive per ridurre la probabilità di incidenti. Di seguito alcuni consigli pratici:

  • Durante la preparazione o lo smontaggio dei contrappesi, è indispensabile eliminare o ridurre al minimo il rischio di interferenze lavorative. Queste operazioni dovrebbero essere svolte preferibilmente in orari in cui il palcoscenico è libero da altre presenze. Nel caso ciò non fosse possibile, occorre organizzare un’attenta ripartizione delle aree del palcoscenico per garantire la sicurezza di tutto il personale presente.

  • In fase di montaggio e utilizzo, è necessario impiegare attrezzature certificate e adottare tutte le precauzioni per mantenere il massimo livello di sicurezza. È buona prassi transennare l’area interessata dal movimento dei contrappesi e installare cartelli chiari che ne vietino l’accesso al personale non direttamente coinvolto nella movimentazione.

  • Anche le zone dei ballatoi, dove si muovono le gabbie dei contrappesi, devono essere opportunamente transennate e segnalate. Non meno importante è garantire una specifica informazione e formazione ai lavoratori coinvolti.

Infine, in fase progettuale e di allestimento dello spettacolo, è fondamentale evidenziare chiaramente sulle planimetrie le aree destinate ai mantegni dei contrappesi, considerando anche lo spazio necessario per le transenne di sicurezza attorno a essi. Questo assicura che tali spazi non vengano occupati da quinte, bilancini delle luci o passaggi destinati al personale artistico, preservando così la funzionalità e la sicurezza dell’intero sistema.


IL GRATICCIO



Il graticcio è una griglia regolare, formata da travetti in legno o metallo paralleli tra loro e disposti a distanza regolare e parallela anche alla linea di boccascena che si trova proprio al di sopra del piano di palcoscenico e ne ha circa le stesse dimensioni. Per essere davvero funzionale il graticcio deve trovarsi il più alto possibile per permettere alle scene sospese di scomparire dall’inquadrature del boccascena una volta issate per mezzo dei tiri a corda o in metallo che lavorano sui rocchetti posti in graticcio. Tra il graticcio ed il soffitto esiste una distanza che permette ai soffittisti di potersi muovere lungo i travetti. La struttura del graticcio è molto semplice, ma la parte fondamentale per l’azione scenotecnica è rappresentata dagli spazi vuoti. Quel che si vede salendo in graticcio è una distesa di travetti paralleli che attraversano lo spazio sovrastante il palco dalla parete sinistra a quella destra; tra un travetto e l’altro si trovano gli spazi vuoti, larghi circa 10 cm. Questi spazi sono chiamati tagli e rappresentano il luogo in cui passano le corde per le manovre di soffitta tramite pulegge chiamate in teatro rocchetti.
In graticcio si trovano i mazzi di corde di diverse lunghezze e appesi a diversi ganci sul muro. Le misure delle corde sono almeno tre: le corde corte, cioè poco più lunghe del doppio della distanza tra il piano di palcoscenico e il graticcio e che servono per lavorare in prossimità della testa del tiro; le corde di misura media, le mezze, che sommano alla lunghezza delle corte almeno la dimensione di mezzo graticcio nel senso della larghezza e si utilizzano per la parte centrale del tiro. Le corde lunghe sommano alla dimensione di una corta la larghezza totale del graticcio e sono ovviamente quelle che lavorano più lontane dalla testa del tiro, dove le corde saranno legate al mantegno.



Il testo prende spunto da ABC della Scenotecnica, di Benedetta Dalai. Dino Audino Editore, Roma, 2006

Aspetti normativi che riguardano la graticcia:
Con l'entrata in vigore prima del D.Lgs. n. 626/1994 e successivamente del D.Lgs. 81/08, ed in seguito dell'effettuazione della valutazione dei rischi prevista da tali decreti legislativi, presso i tantissimi teatri storici italiani si è appurato che la graticcia, intesa come piano di lavoro, non rispetta alcune prescrizioni normative contenute nei D.P.R. n. 547/1995 e 303/1956.

L'impasse è tuttora cosi carica di implicazioni per questi apparati scenotecnici, annoverati a pieno diritto nel patrimonio oggetto di tutela da parte delle competenti amministrazioni nel campo dei beni culturali, che del problema è stata investita la Commissione Consultiva Permanente per la Prevenzione degli Infortuni e l'Igiene del Lavoro.

Un gruppo di lavoro ad hoc, nominato nell'ambito della suddetta Commissione, coordinata dall’ing. Luigi Galli, ha elaborato una bozza di decreto cosiddetto "di pari efficacia" in base all'art. 28, comma 1, lettera a), del D.Lgs. n. 626/1994. Tale bozza di decreto cerca di risolvere i problemi di sicurezza sul lavoro posti dall'utilizzo della graticcia dei teatri storici, pur mantenendo integre le caratteristiche strutturali e funzionali della stessa.

La bozza di decreto è stata approvata dalla Commissione Consultiva, ma è tuttora ferma (a quanto ci risulta) presso i competenti uffici ministeriali, in attesa di pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale.